E’ giunta alla sua terza edizione l’elaborazione delle mappe della fragilità nei Comuni della Città metropolitana, curato dal servizio Studi e statistica della Città metropolitana in collaborazione con l’Ufficio statistica del Comune di Bologna.
L’analisi ha l’obiettivo di valutare, in forma comparativa, la potenziale fragilità demografica, sociale ed economica dei 55 Comuni metropolitani. Per ciascuno dei temi – demografico, sociale, economico - sono presenti mappe riferite ad una serie di variabili e un indicatore sintetico di potenziale fragilità attribuito ad ogni singolo Comune.
Le tre mappe così ottenute sono sintetizzate nella mappa che restituisce, per ciascun Comune, l’Indicatore sintetico di fragilità.
Nel 2019, gli ambiti caratterizzati da maggiore fragilità si collocano ai margini geografici dell’area, all’estrema pianura Nord e, nella zona montana, penetrano dal crinale alla media montagna, il cui livello di fragilità è complessivamente alto e medio-alto: si tratta di un gruppo di Comuni che resta stabile rispetto al 2018.
In continuità con il 2018, medio-alto è anche il livello di potenziale fragilità del Comune di Bologna e del Comune conurbato di Casalecchio, in quanto la città è il primo recapito per le situazioni di maggiore emergenza, come i flussi migratori, ed anche il principale centro di erogazione dei servizi rivolti alle situazioni di disagio. Al centro della metropoli, quindi, le situazioni di marginalità demografica e sociale compensano ampiamente il “primato” urbano in termini di reddito medio, come è evidente nella concentrazione medio-alta delle fasce di reddito inferiori a 10.000 euro annui.
Una bassa fragilità potenziale caratterizza invece i Comuni della prima Cintura, una fascia in relativa espansione, distinti da crescita demografica, insediamento recente e giovane età della popolazione, elevati titoli di studio e redditi mediamente alti: Comuni che, come è frequente nelle situazioni metropolitane, condividono il privilegio di centralità del capoluogo senza con ciò assumerne anche gli aspetti vulnerabili.
In relativo miglioramento rispetto al 2018 anche le zone, intermedie fra la core area e l’estrema periferia della metropoli, che registrano un livello di potenziale fragilità media e medio-bassa.
Tutti i dettagli nello studio.