L’elaborazione delle mappe della fragilità nei Comuni della Città metropolitana riprende l’esperienza e la metodologia di mappatura della potenziale vulnerabilità demografica, sociale ed economica delle aree statistiche in cui si articola il territorio del Comune di Bologna, proposta come metodo di misurazione “per le città italiane” nello studio Periferie a Bologna: vulnerabilità e opportunità. Una proposta di misurazione per le città italiane, realizzato nel 2016 dall’Area Programmazione, Controlli e Statistica del Comune di Bologna.
In modo analogo a quanto indagato in quello studio, al centro dell’indagine sulla potenziale fragilità dei Comuni della Città metropolitana sta il concetto di periferia, inteso, in senso dinamico, come variabile nel tempo (da cui la necessità di aggiornamento) e nello spazio geografico (da cui la scelta dello strumento mappa).
L’obiettivo è quello di tentare una misurazione, in forma comparativa, della potenziale fragilità demografica, sociale ed economica dei diversi ambiti comunali, appoggiandosi su tre gruppi di variabili, grazie all’aggiornamento delle quali la “misurazione” della fragilità può a sua volta essere aggiornata e ripetuta con cadenza periodica nel tempo.
A ciascuno dei tre gruppi di variabili corrisponde una specifica mappa di sintesi della potenziale fragilità – rispettivamente, demografica, sociale, economica. La mappa conclusiva utilizza un indicatore sintetico di potenziale fragilità ottenuto come media ponderata dei tre indicatori di ambito (per l’elenco dettagliato delle variabili, si veda la nota metodologica).
Fragilità demografica
La potenziale fragilità demografica risulta dalla combinazione di tre variabili, riferite alla crescita della popolazione, all’andamento del saldo naturale e alla percentuale di popolazione anziana di più di 80 anni. Un ambito territoriale sarà potenzialmente tanto più fragile, sotto il profilo demografico, quanto più la sua consistenza demografica tenderà a calare, e tanto più, di conseguenza, la popolazione insediata tenderà ad invecchiare. Trend che si riscontrano, a livello metropolitano, soprattutto nei Comuni montani, e, con intensità minore, in parte della pianura orientale, in alcuni Comuni della media montagna e nel Comune capoluogo.
Fragilità sociale
La potenziale fragilità sociale si definisce a partire da un numero maggiore di indicatori, riferiti ad aspetti diversi della convivenza sociale e al loro impatto sul sistema di relazioni: maggiore fragilità del nucleo familiare - le famiglie unipersonali composte da ultra sessantacinquenni, le famiglie monogenitoriali con minori; la difficoltà di radicamento della popolazione, italiana e straniera – l’intensità del ricambio delle popolazioni, italiana e straniera, rapportato alla popolazione media nel quinquennio; l’incidenza della popolazione straniera in fasce di età giovanili rispetto alle analoghe fasce di età della popolazione italiana; il grado di istruzione. Come si vede dalla mappa che sintetizza tutte queste variabili, la potenziale fragilità sociale si localizza prevalentemente nei Comuni della media montagna bolognese, dell’alto imolese, dell’estrema pianura occidentale, e nel Comune di Bologna.
Fragilità economica
La potenziale fragilità economica si definisce in primo luogo in relazione ad indicatori riferiti al reddito: il reddito complessivo medio per contribuente (come risultante dai dati relativi alle dichiarazioni IRPEF 2016) e l’incidenza dei contribuenti che si collocano nella fascia di reddito da 0 a 10.000 euro sul totale dei contribuenti. Viene preso in considerazione un ulteriore indicatore, relativo alla percentuale delle abitazioni occupate in affitto, che può indicare una relativa difficoltà ad accedere al mercato della proprietà, come pure (ricollegandosi agli indicatori di potenziale fragilità sociale) la mancanza di relazioni durevoli con il territorio di residenza. La potenziale fragilità economica raggiunge un livello alto in diversi comuni montani, di crinale e intravallivi, nell’alto imolese e nel Comune di Bologna; un livello medio-alto nella media montagna, nell’intero Circondario Imolese, nelle propaggini di pianura.
Indicatore sintetico di potenziale fragilità
Gli ambiti caratterizzati da maggiore fragilità a livello metropolitano si collocano dunque ai margini geografici dell’area, in particolare nella zona montana, nella fascia di confine fra le due Città metropolitane di Bologna e Firenze, ma anche, in misura più circoscritta, nell’estrema pianura settentrionale, dove tuttavia sono assenti i limiti fisici legati all’accessibilità e gli ostacoli logistici all’insediamento di attività economiche che caratterizzano il versante dell’Appennino.
Un livello medio-alto di potenziale fragilità è presente, specularmente, anche nel Comune capoluogo, là dove la “periferia” tende a perdere i suoi caratteri strettamente geografici per assumere connotati invece interstiziali, legati, oltre che alla stratificazione insediativa di lungo periodo, all’essere la città un primo recapito per le situazioni di maggiore emergenza, come quelle collegate ai flussi migratori, ed il centro di erogazione dei servizi rivolti alle situazioni di maggiore disagio.
Una bassa fragilità potenziale caratterizza i Comuni della cintura, distinti da crescita demografica, insediamenti relativamente recenti e popolazione più giovane, elevati titoli di studio, e redditi mediamente alti: Comuni che, come è frequente nelle situazioni metropolitane, condividono il privilegio di centralità del capoluogo senza con ciò assumerne anche gli aspetti vulnerabili.
Se quindi è vero che, a livello dell’area del Comune capoluogo (ovvero il nocciolo della core area metropolitana), “il concetto geografico di periferia urbana, inteso come ambito con la massima distanza spaziale… dal centro situato nel cuore antico della città, (ha) perso da tempo il suo tradizionale significato e le sue implicazioni in termini di disagio”, al livello territoriale dell’area vasta non si può dire esattamente lo stesso.
Le mappe della fragilità dei Comuni della Città metropolitana restituiscono infatti un’immagine in cui il concetto etimologico di peri-feria va a sovrapporsi a quello essenzialmente analogo di “aree interne”, declinato a partire proprio dalla marginalità geografica delle aree considerate, leggibile come combinazione di non facile accessibilità e lontananza fisica dalle opportunità di lavoro o di studio come dalle reti di servizio.
Nota metodologica
Ognuno dei tre indicatori di fragilità – demografico, sociale, economico - è ottenuto a partire dalle variabili del rispettivo ambito mediante l’assegnazione di un punteggio da 0 a 100 ai valori di ogni variabile, e successivamente operando una media dei diversi punteggi.
Per gli indicatori di potenziale fragilità demografica ed economica è stata effettuata una media aritmetica semplice, mentre per l’indicatore di potenziale fragilità sociale si è preferito utilizzare una media pesata dei punteggi delle singole variabili.
L’indicatore sintetico finale di potenziale fragilità è ottenuto con una media ponderata dei tre indicatori di ambito demografico, sociale ed economico, nella quale si attribuisce un peso leggermente superiore a quello sociale.
Di seguito è riportato l’elenco delle variabili utilizzate in ciascun ambito.
Indicatori di fragilità demografica
- Variazione percentuale della popolazione residente dal 31/12/2012 al 31/12/2017
- Saldo naturale medio annuo nel quinquennio 2013 – 2017
- Percentuale della popolazione residente con 80 anni e oltre al 31/12/2017
Indicatori di fragilità sociale
- Percentuale della popolazione di 65 anni e oltre che viveva sola al 31/12/2017
- Ricambio della popolazione italiana (iscritti + cancellati italiani rapportati alla popolazione media nel quinquennio 2013 - 2017)
- Ricambio della popolazione straniera (iscritti + cancellati stranieri rapportati alla popolazione media nel quinquennio 2013 - 2017)
- Percentuale della popolazione residente straniera in età tra 0 e 19 anni sulla popolazione totale in età tra 0 e 19 anni al 31/12/2017
- Percentuale di minori in famiglie monogenitoriali sul totale dei minori al 31/12/2017
- Percentuale di laureati in età tra 25 e 44 anni sulla popolazione totale in età tra 25 e 44 anni al Censimento 2011
Indicatori di fragilità economica
- Percentuale delle abitazioni occupate in affitto al Censimento 2011
- Reddito complessivo medio - Anno 2016
- Percentuale di contribuenti con un reddito complessivo fino a 10.000 euro - Anno 2016
Per motivi relativi alla disponibilità dei dati – in particolare, di alcuni dati anagrafici e dei dati riferiti al reddito dichiarato a fini IRPEF, disponibili in forma di record individuali per il Comune di Bologna, ma non a livello metropolitano – il numero e la definizione delle variabili o gli indicatori di base differiscono in alcuni casi da quelli utilizzati dal Comune capoluogo nell’analogo report sulla fragilità in città, sostituiti in qualche caso da indicatori simili (proxi).