L’aggiornamento riguarda i dati relativi alle variabili demografiche, ora riferiti al 31 dicembre 2018, e ai redditi (2017), mentre sono rimasti invariati gli indicatori calcolati sulla base dei dati del Censimento del 2011 (percentuale di laureati, percentuale di abitazioni non occupate, percentuale di abitazioni occupate in affitto).
L'edizione del 2019 è caratterizzata da importanti e significative novità rispetto alle versioni precedenti dello studio. Le innovazioni introdotte riguardano in particolare tre aspetti: la modifica di alcune delle variabili rappresentate, un nuovo metodo di calcolo per gli indicatori di fragilità e l'introduzione di un’analisi dei gruppi, in cui le aree statistiche vengono raggruppate in quattro cluster caratterizzati ciascuno da situazioni simili rispetto alle variabili di fragilità considerate.
Per quanto riguarda le variabili rappresentate, è stato deciso di accorpare il ricambio della popolazione comunitaria ed extra-comunitaria in un'unica variabile riferita al complesso della popolazione straniera. All'interno dell'ambito della fragilità economica, la variabile relativa alla percentuale di contribuenti con un reddito sotto il 60% della mediana (considerati potenzialmente fragili) è stata sostituita dal reddito mediano pro capite equivalente delle famiglie. E' stata effettuata questa scelta per dare maggiore rilevanza alla condizione economica delle famiglie rispetto a quella dei contribuenti, utilizzando per la fragilità economica due variabili sul reddito delle famiglie, ovvero la nuova variabile sul reddito familiare e la preesistente relativa alla percentuale di famiglie con reddito sotto soglia di fragilità.
Per quanto riguarda il calcolo degli indicatori di fragilità dei tre ambiti (demografico, sociale ed economico), si è passati dal vecchio metodo dei punteggi da 0 a 100 ad un nuovo metodo che permette di “liberare” le variabili sia dall’unità di misura che dalla loro variabilità interna e assegna un punteggio da 70 a 130: in tal modo le aree con un punteggio sopra 100 sono caratterizzate da una fragilità superiore alla media, quelle con punteggio inferiore a 100 da una fragilità sotto media. Per ottenere gli indicatori di potenziale fragilità i punteggi sono stati successivamente aggregati operando una media aritmetica corretta mediante degli opportuni coefficienti. E' rimasto invece invariato il calcolo dell'indicatore sintetico di fragilità, ottenuto mediante una media pesata dei tre punteggi di ambito.
Inoltre, per quanto riguarda l'analisi dei gruppi, le aree statistiche vengono raggruppate in cluster dalle caratteristiche omogenee, in modo da fornire un ulteriore punto di vista della fragilità. Si passa infatti dalla tradizionale analisi verticale delle aree statistiche, in cui viene rappresentata la fragilità dei territori tramite una graduazione crescente, dal meno fragile al più fragile, a una vista orizzontale, dove ognuno dei quattro gruppi di aree individuati dall'analisi è caratterizzato da situazioni comuni che ne determinano il grado di fragilità. Le aree statistiche che presentano per una o più variabili valori estremi vengono rappresentate come outliers e per tale motivo sono state “isolate” e considerate come aree a se stanti.
All'interno del report sono disponibili maggiori approfondimenti sulla nuova metodologia per il calcolo degli indicatori di fragilità di ambito ed è possibile consultare una descrizione dettagliata sia della metodologia relativa all'analisi dei gruppi che della composizione dei quattro cluster individuati.