L’elaborazione delle mappe della fragilità nei Comuni della Città metropolitana è alla sua seconda edizione e riprende l’esperienza e la metodologia di mappatura della potenziale vulnerabilità demografica, sociale ed economica delle aree statistiche in cui si articola il territorio del Comune di Bologna.
L’obiettivo è tentare una misurazione, in forma comparativa, della potenziale fragilità demografica, sociale ed economica dei diversi ambiti comunali, appoggiandosi su tre gruppi di indicatori, grazie all’aggiornamento dei quali la “misurazione” della fragilità può a sua volta essere aggiornata e ripetuta con cadenza periodica nel tempo.
A ciascuno dei tre gruppi di variabili corrisponde una specifica mappa di sintesi della potenziale fragilità – rispettivamente, demografica, sociale, economica. La mappa conclusiva utilizza un indicatore sintetico di potenziale fragilità ottenuto come media ponderata dei tre indicatori di ambito (per l’elenco dettagliato delle variabili, si veda la nota metodologica).
Fragilità demografica
La potenziale fragilità demografica evidenzia un territorio tanto più debole quanto più la propria consistenza demografica cala, con popolazione insediata più vecchia e numero di nati considerevolmente inferiore a quello dei morti. Tali trend si riscontrano, a livello metropolitano, soprattutto nei Comuni montani, e, con intensità minore, nel Comune capoluogo e sua cintura a sud, nella direttrice Futa, in parte della pianura orientale e in alcuni Comuni della media montagna.
Fragilità sociale
La potenziale fragilità sociale si definisce a partire da un numero maggiore di indicatori, riferiti ad aspetti diversi della convivenza sociale e al loro impatto sul sistema di relazioni: maggiore fragilità del nucleo familiare - le famiglie unipersonali composte da ultra sessantacinquenni, le famiglie monogenitoriali con minori; la difficoltà di radicamento della popolazione, italiana e straniera; l’incidenza della popolazione straniera in fasce di età giovanili rispetto alle analoghe fasce di età della popolazione italiana; il grado di istruzione. La mappa che sintetizza tutte queste variabili, mostra che la potenziale fragilità sociale si localizza prevalentemente nei Comuni della media montagna bolognese e imolese, nell’estrema pianura occidentale, e nel Comune di Bologna accomunato a Casalecchio di Reno.
Fragilità economica
La potenziale fragilità economica si definisce in primo luogo in relazione ad indicatori riferiti al reddito ed alla percentuale delle abitazioni occupate in affitto, che può indicare una relativa difficoltà ad accedere al mercato della proprietà, come pure (ricollegandosi agli indicatori di potenziale fragilità sociale) la mancanza di relazioni durevoli con il territorio di residenza. La potenziale fragilità economica raggiunge un livello alto in diversi comuni montani, di crinale e intravallivi e nell’alto imolese; un livello medio-alto nel Comune di Bologna e Imola, nei comuni dell’alta valle del Reno e nelle propaggini esterne della pianura.
Indicatore sintetico di potenziale fragilità
Gli ambiti caratterizzati da maggiore potenziale fragilità a livello metropolitano si collocano ai margini geografici dell’area, in particolare nella zona montana, nella fascia di confine fra le due Città metropolitane di Bologna e Firenze. Un livello medio-alto di potenziale fragilità è presente, nell’estrema pianura settentrionale, dove tuttavia sono assenti i limiti fisici legati all’accessibilità e gli ostacoli logistici specularmente, ma anche nel Comune capoluogo, là dove la “periferia” tende a perdere i suoi caratteri strettamente geografici per assumere connotati invece interstiziali, legati, oltre che alla stratificazione insediativa di lungo periodo, all’essere la città un primo recapito per le situazioni di maggiore emergenza, come quelle collegate ai flussi migratori, ed il centro di erogazione dei servizi rivolti alle situazioni di maggiore disagio.
Una media-bassa fragilità potenziale caratterizza i Comuni della Cintura, distinti da crescita demografica, insediamento relativamente recente e giovane della popolazione, elevati titoli di studio, e redditi mediamente alti: Comuni che, come è frequente nelle situazioni metropolitane, condividono il privilegio di centralità del capoluogo senza con ciò assumerne anche gli aspetti vulnerabili.
Un’importante novità ha riguardato l’edizione del 2019: l’introduzione di un nuovo “punto di vista” da cui osservare il territorio metropolitano che, attraverso una “analisi dei gruppi”, metodologia che, tramite opportuni algoritmi che combinano tra di loro tutte le variabili, restituisce accorpamenti dei comuni in gruppi simili per le caratteristiche prese in esame. Si offre quindi una vista del territorio, in cui tutti i comuni appartenenti allo stesso gruppo sono caratterizzati da una serie di situazioni simili che ne determinano il grado di fragilità.
Nota metodologica
Ognuno dei tre indicatori di ambito – demografico, sociale, economico - è ottenuto a partire dalle variabili del rispettivo ambito mediante l’assegnazione di un punteggio da 0 a 100 ai valori di ogni variabile, e successivamente operando una media dei diversi punteggi. Per gli indicatori di potenziale fragilità demografica ed economica è stata effettuata una media aritmetica semplice, mentre per l’indicatore di potenziale fragilità sociale si è preferito utilizzare una media pesata dei punteggi delle singole variabili.
La mappa conclusiva utilizza un indicatore sintetico di potenziale fragilità, ottenuto mediante una media ponderata dei tre indicatori di ambito, attribuendo un peso leggermente superiore all’ambito sociale.
Di seguito è riportato l’elenco delle variabili utilizzate in ciascun ambito.
Indicatori di fragilità demografica
- Variazione percentuale della popolazione residente dal 31/12/2013 al 31/12/2018
- Saldo naturale medio annuo nel quinquennio 2014 – 2018
- Percentuale della popolazione residente con 80 anni e oltre al 31/12/2018
Indicatori di fragilità sociale
- Percentuale della popolazione di 65 anni e oltre che viveva sola al 31/12/2018
- Ricambio della popolazione italiana (immigrati + emigrati italiani rapportati alla popolazione media nel quinquennio 2014 - 2018)
- Ricambio della popolazione straniera (immigrati + emigrati stranieri rapportati alla popolazione media nel quinquennio 2014 - 2018)
- Percentuale della popolazione residente straniera in età tra 0 e 19 anni sulla popolazione totale in età tra 0 e 19 anni al 31/12/2018
- Percentuale di minori in famiglie monogenitoriali sul totale dei minori al 31/12/2018
- Percentuale di laureati in età tra 25 e 44 anni sulla popolazione totale in età tra 25 e 44 anni al Censimento 2011
Indicatori di fragilità economica
- Percentuale delle abitazioni occupate in affitto al Censimento 2011
- Reddito complessivo medio - Anno 2017
- Percentuale di contribuenti con un reddito complessivo fino a 10.000 euro - Anno 2017
Per l’ambito sociale, a differenza della pubblicazione del 2018, l’ammontare del ricambio della popolazione italiana e straniera ha escluso immigrati ed emigrati “per altri motivi”. Inoltre, per motivi relativi alla disponibilità dei dati – in particolare, di alcuni dati anagrafici ed altri riferiti al reddito dichiarato a fini IRPEF, disponibili in forma di record individuali al livello del Comune di Bologna, ma non a livello metropolitano – il numero e la definizione delle variabili o gli indicatori di base differiscono in alcuni casi da quelli utilizzati dal Comune capoluogo, che sono sostituiti in qualche caso da indicatori simili (proxi).
Per l’analisi dei gruppi, in questo studio si è adottato un approccio di tipo partitivo. I risultati ottenuti sono stati validati, oltre che dal punto di vista statistico (effettuando test di tipo non parametrico, che valutano le differenze tra le mediane, per verificare che i gruppi fossero tendenzialmente diversi rispetto alle singole variabili), anche e soprattutto dal gruppo di lavoro che, partendo da una approfondita analisi e conoscenza del territorio, ha ritenuto soddisfacente il raggruppamento suggerito dall’algoritmo.