Nel 2020 nell’area metropolitana bolognese il tasso di attività - ovvero il rapporto tra le persone attive (occupate e disoccupate) e la popolazione residente della stessa classe di età - scende di 1 punto percentuale e mezzo, passando dal 76,3% del 2019 all’attuale 74,9%. Resta comunque stabile al primo posto fra le Città metropolitane, seguita da Firenze, Milano e Venezia, tutte al di sopra del 70% e molto al di sopra della media nazionale (65,1%)
Bologna si conferma prima fra le Città metropolitane anche per il tasso di occupazione, con il 71,5% contro il 58,1% nazionale, anche se interrompe - nel 2020 - il trend positivo manifestato nel periodo più recente. E’ seguita ancora una volta da Milano e Firenze, entrambe al di sotto però della soglia del 70%. Il primato di Bologna è confermato anche rispetto al tasso di occupazione femminile, pari a 66,2% contro il 49% di quello nazionale.
Anche il tasso di disoccupazione bolognese, stabile al 4,4%, è ampiamente inferiore a quella nazionale (9,2%), ed a Bologna è il più basso nella graduatoria tra le Città metropolitane. La Città metropolitana di Bologna è nella stessa posizione anche per il tasso di disoccupazione femminile (4,8%), anche se in peggioramento di 0,3 punti percentuali sul 2019.
Il 2020 vede un forte incremento degli inattivi (coloro cioè che non fanno parte delle forze lavoro e non sono né occupati né disoccupati, nel senso che non hanno un lavoro e non lo cercano), aumentati di 10.000 unità e passati da circa 150 mila a 160 mila (+6,7%).
Sono alcuni dei dati pubblicati oggi sulle tendenze del mercato del lavoro nel 2020, esaminate - in forma comparata tra le 14 Città metropolitane italiane – nello studio elaborato dal Servizio Studi e Statistica della Città metropolitana di Bologna, sulla base dei dati della rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat.
La versione dinamica e interattiva dello studio è consultabile sul sito Città metropolitane a confronto nella sezione dedicata al Lavoro