Lo studio dell'Ufficio di Statistica attesta l'altissima partecipazione delle donne al mercato del lavoro nell'area metropolitana di Bologna: il tasso di occupazione femminile è passato dal 63,5% del 2015 al 66,5% del 2016, pari a un aumento di circa 11.500 donne occupate (5,6%). Il tasso di occupazione femminile a Bologna, così come quello maschile (77,3%), è il più alto tra le principali province italiane.
Nel corso degli ultimi due anni è stabile la quota relativa alla componente maschile tra le forze lavoro della Città metropolitana di Bologna: nel 2016 su 100 individui attivi, 53 sono uomini e 47 donne. Sale invece, di quasi un punto e mezzo percentuale, il tasso di attività totale tra i 15 e i 64 anni, confermando la tendenza in corso dal 2012: l'anno scorso è passato dal 74,7% al 76,1%, quota che lancia Bologna in testa alla graduatoria nazionale del tasso di attività nelle principali province italiane, superando Milano (74,1%) e Firenze (73,6%). Nella Città metropolitana di Bologna è calata poi la forbice tra i due generi: 81,4% per i maschi, 70,8% per le femmine (da 11,2% a 10,6%).
Tra gli occupati, cala la presenza maschile: nel 2016 tra tutti coloro che lavorano, il 53,5% sono uomini (nel 2015 erano il 53,8%). Nell'area metropolitana bolognese, il tasso di occupazione sale significativamente nel 2016 passando dal 69,2% al 71,8% con un incremento di 2,6 punti percentuali, pari a oltre 22.000 occupati in più. L'aumento è imputabile al forte rialzo del tasso di occupazione sia maschile (+2,3%) ma soprattutto femminile (+3% rispetto al 2015). In particolare è la fascia di età 15-24 anni che registra gli incrementi maggiori sia per i maschi che per le femmine (rispettivamente 5,8% e 7,1%).
Nel 2016 cala poi in misura apprezzabile la quota delle donne disoccupate, pari al 51,7% della forza lavoro contro il 52,4% dell'anno precedente. Si riduce anche la forbice tra uomini e donne: su 100 disoccupati, 52 sono donne e 48 uomini. Le donne sono ancora più numerose se si analizza la platea degli inattivi, ovvero coloro che non lavorano e né cercano lavoro: su 100, 62 sono donne.
Per quanto riguarda i redditi, tra i contribuenti residenti a Bologna i maschi prevalgono nelle fasce di età sotto i 44 anni, mentre nelle altre fasce risultano più numerose le femmine. Nel 2014, complessivamente, il 52,7% dei contribuenti è donna. In tutte le classi di età, i valori medi femminili sono inferiori a quelli maschili: le differenze di reddito tra uomini e donne sono più contenute fino ai 40 anni di età, poi il divario diventa più ampio.
Con riferimento alle pensioni, nel 2015 prosegue il calo del numero complessivo dei pensionati nella Città metropolitana di Bologna che si attesta a 292.759 unità (-0,8%). Le donne rappresentano il 55,1% di tutti i pensionati, ma assorbono solo il 46,8% (circa 2,8 miliardi di euro) di quanto erogato complessivamente per le pensioni. L'importo medio annuo delle pensioni nella Città metropolitana di Bologna è complessivamente in aumento. Il divario di genere tende sia pure lentamente a ridursi: se nel 2011 le donne percepivano il 30,3% in meno degli uomini, nel 2015 la differenza è scesa al 28%. Le pensioni degli uomini (in media 24.034 euro nel 2015) superano di oltre 6.700 euro quelle delle donne (17.294 euro).
Un quarto delle imprese è “rosa”
Infine l'Ufficio di Statistica ha esaminato le imprese in città. Alla fine del 2016 un quarto delle imprese a Bologna è a conduzione prevalentemente femminile: su 32.459 imprese, quelle rosa sono 7.116. Il commercio rimane per le donne imprenditrici l'attività più frequente (una su tre). Il 16,2% delle imprese femminili a Bologna è gestito da donne straniere, fenomeno in aumento. In complesso, il 10,8% delle imprese femminili è gestito da under 35: le donne giovani alla guida di imprese in città sono in aumento (133 in più nel 2016 rispetto all'anno precedente).