Nel primo semestre dell'anno in corso il quadro congiunturale dell'Emilia-Romagna è nettamente migliorato. L'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) elaborato dalla Banca d'Italia mostra un lieve aumento tendenziale del prodotto nel primo trimestre e una crescita robusta nei mesi primaverili, favorita dall'accelerazione della campagna di vaccinazione e dal graduale allentamento delle restrizioni; l'aumento risulta leggermente superiore a quello medio nazionale.
La ripresa ha interessato dapprima il settore industriale e successivamente anche quello dei servizi. La produzione delle imprese manifatturiere è stata sostenuta sia dalla domanda interna sia da quella estera. Nel secondo trimestre i valori dell'export hanno superato quelli antecedenti lo scoppio della pandemia in tutti i comparti, fatta eccezione per quelli legati al sistema della moda. Il recupero del settore edile è stato sospinto dagli incentivi fiscali per le ristrutturazioni abitative e la riqualificazione energetica. Nel settore dei servizi, più colpito dalle misure per contenere la diffusione del virus, l'attività è tornata a espandersi ma è rimasta inferiore ai livelli del 2019 in diversi comparti, soprattutto quelli legati al turismo. Il miglioramento del quadro congiunturale ha favorito un aumento degli investimenti; una quota significativa di imprese ha rivisto al rialzo i piani di accumulo formulati all'inizio dell'anno.
La crescita del prodotto si è riflessa in un aumento delle ore lavorate. L'occupazione è diminuita nel primo trimestre per poi risalire nel secondo, pur rimanendo inferiore ai livelli del 2019. Nel settore privato non agricolo le posizioni lavorative alle dipendenze create sono state quasi esclusivamente a tempo determinato. Le migliori condizioni sul mercato del lavoro e l'attenuarsi delle restrizioni hanno favorito una ripresa dei consumi delle famiglie nel secondo trimestre.
La situazione economica delle imprese è sensibilmente migliorata. La liquidità del settore produttivo, già su livelli storicamente elevati, è ulteriormente aumentata, alimentata prevalentemente dai flussi di autofinanziamento. I prestiti bancari hanno rallentato, in presenza di una domanda per scopi precauzionali in larga parte soddisfatta nel corso del 2020. I finanziamenti alle famiglie hanno accelerato sia nella componente del credito al consumo sia in quella dei mutui per l'acquisto di abitazioni. La propensione al risparmio è rimasta alta, riflettendosi in un aumento dei depositi e dei titoli in portafoglio.
Gli indicatori disponibili suggeriscono che la crescita sia proseguita nel terzo trimestre. Anche le aspettative per i mesi finali dell'anno e gli inizi del 2022 appaiono favorevoli, sostenute dalle prospettive della domanda e dall'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). I rischi al ribasso sono legati soprattutto al permanere delle tensioni nell'approvvigionamento di materie prime e di input intermedi; rimangono le incertezze relative agli sviluppi della pandemia, seppur attenuate dai progressi della campagna vaccinale.