Anche nel 2020 la Città metropolitana di Bologna conserva il primato del tasso di occupazione fra le grandi province italiane con il 71,5%, un valore significativamente elevato, anche se in calo di 1,4 punti percentuali rispetto al 2019. Gli occupati sono in totale 471.866 (- 5.129). Tra le 14 Città metropolitane è seguita ancora una volta da Milano e Firenze, entrambe al di sotto però della soglia del 70%. Il primato di Bologna è confermato anche rispetto al tasso di occupazione femminile, pari a 66,2% contro il 49% di quello nazionale.
Primo posto nella classifica del tasso di occupazione anche per il comune di Bologna, che risulta la grande città con il tasso di occupazione più elevato (72,2%), seguita da Milano (70,6%) e Verona (68,1%). Nel territorio comunale di Bologna risultano occupati nel 2020 circa 185 mila individui, che rappresentano il 39% degli occupati dell’intera area metropolitana.
Anche il tasso di disoccupazione bolognese, stabile al 4,4%, è ampiamente inferiore a quella nazionale (9,2%), e a Bologna è il più basso nella graduatoria tra le Città metropolitane. La Città metropolitana di Bologna è nella stessa posizione anche per il tasso di disoccupazione femminile (4,8%), anche se in peggioramento di quasi 1 punto percentuale sul 2019.
Anche il capoluogo felsineo mostra il tasso di disoccupazione più basso tra le grandi città, 3,9% (in aumento di 0,6 punti percentuali sull’anno precedente), seguito da Venezia (4,5%), Milano (6,0%) e Verona (7,5%).
Il 2020 vede un forte incremento degli inattivi (coloro cioè che non fanno parte delle forze lavoro e non sono né occupati né disoccupati, nel senso che non hanno un lavoro e non lo cercano), aumentati di 10.000 unità e passati da circa 150 mila a 160 mila (+6,7%). In aumento del 2,2% anche nel capoluogo, gli inattivi in città raggiungono nel 2020 quota 61.000, superando - dopo quasi un decennio - la quota di 60mila.
Questi i principali risultati emersi dall'analisi del mercato del lavoro nell'area metropolitana bolognese nel 2020 sui dati della rilevazione continua sulle forze di lavoro dell’Istat, la principale fonte di dati statistici di natura campionaria sul mercato del lavoro italiano.