Il Servizio studi e statistica della Città metropolitana ha elaborato le mappe della fragilità nei Comuni della Città metropolitana con l’obiettivo di tentare una misurazione, in forma comparativa, della potenziale fragilità demografica, sociale ed economica dei 55 comuni dell’area metropolitana, appoggiandosi su tre gruppi di variabili, grazie all’aggiornamento delle quali la “misurazione” della fragilità può a sua volta essere aggiornata e ripetuta con cadenza periodica nel tempo.
L’analisi è articolata in tre ambiti: demografico, sociale ed economico. Per ciascuno di essi sono presenti mappe riferite ad una serie di variabili e un indicatore sintetico di potenziale fragilità attribuito ad ogni singolo comune. Si è infine calcolato e mappato l’indicatore sintetico di potenziale fragilità, ottenuto mediante una media ponderata dei tre indicatori di ambito, attribuendo un peso leggermente superiore all’ambito sociale.
Potenziale fragilità demografica
Un territorio è tanto più fragile quanto più la propria consistenza demografica cala e/o si indebolisce, con popolazione insediata più vecchia e numero di nati considerevolmente inferiore a quello dei morti.
A livello metropolitano, queste tendenze si riscontrano soprattutto nei Comuni di crinale e montani, nel comune di Casalecchio, e, con intensità minore, nella cintura a sud del capoluogo, nella pianura orientale e in un’area del Circondario imolese lungo le direttrici del Sillaro e del Santerno.
Potenziale fragilità sociale
Si definisce a partire da un numero maggiore di indicatori, riferiti a differenti aspetti delle diverse comunità in cui si articola la compagine sociale, dalla struttura del singolo nucleo familiare alla maggiore o minore incidenza di specifiche componenti della popolazione, come la popolazione immigrata, i giovani stranieri ed i laureati giovani-adulti. La mappa che sintetizza tutte queste variabili mostra che la potenziale fragilità sociale si localizza prevalentemente in alcuni Comuni dell’alta e media montagna bolognese e imolese, e nell’estrema pianura occidentale e centrale; il Comune capoluogo, assieme a Casalecchio di Reno, presenta una fragilità sociale media.
Potenziale fragilità economica
Si definisce soprattutto in relazione ad indicatori riferiti al reddito, e, in subordine, alla percentuale delle abitazioni occupate in affitto, che può indicare una relativa difficoltà ad accedere al mercato della proprietà, così come (ricollegandosi agli indicatori di potenziale fragilità sociale) la mancanza di relazioni durevoli con il territorio di residenza.
La potenziale fragilità economica raggiunge un livello alto in diversi Comuni montani, confinanti col modenese, e dell’imolese ed inoltre nel Comune di Bologna; una fragilità medio-alta ad Imola, nella media montagna e nelle propaggini esterne della pianura occidentale.
Indicatore sintetico di potenziale fragilità
Gli ambiti caratterizzati da maggiore fragilità a livello metropolitano si collocano ai margini geografici dell’area, nella zona montana, dalla fascia di confine con la Toscana a quelle con le province di Modena e di Ravenna. Un livello medio-alto di potenziale fragilità è presente anche nell’estrema pianura settentrionale, dove tuttavia sono assenti i limiti fisici legati all’accessibilità e gli ostacoli logistici della montagna.
Medio-alto è anche il livello di potenziale fragilità del Comune di Bologna, legato alle scelte insediative di lungo periodo, all’essere la città un primo recapito per le situazioni di maggiore emergenza (ad es., i flussi migratori), e il centro di erogazione dei servizi rivolti alle situazioni di maggiore disagio, infine, al peso diverso assunto dalle situazioni di marginalità demografica e sociale già evidenziate, che compensano ampiamente il “primato” cittadino in termini di reddito medio, come è evidente nella concentrazione medio-alta delle fasce di reddito inferiori a 10.000 euro annui.
Una bassa fragilità potenziale caratterizza i Comuni della prima cintura (degradante a medio-bassa e media nelle fasce via via più esterne), distinti da crescita demografica, insediamento relativamente recente e giovane età della popolazione, elevati titoli di studio e redditi mediamente alti: Comuni che, come è frequente nelle situazioni metropolitane, condividono il privilegio di centralità del capoluogo senza con ciò assumerne anche gli aspetti vulnerabili.
Per il quarto anno consecutivo, si conferma a grandi linee, e spesso anche nel dettaglio, una sorta di persistente “geografia della fragilità” che vede le popolazioni socialmente più fragili addensarsi ai margini dell’area metropolitana e, sia pure con minore intensità, convergere sulla core area, rappresentata dalla conurbazione fra il Comune di Bologna e, in misura minore, quello di Casalecchio di Reno. Una “geografia” che, sul piano dell’azione amministrativa, rafforza i motivi dell’attenzione particolare riservata alle zone montane già in sede di Statuto della Città metropolitana, ma invita a non sottovalutare anche i problemi presenti nell’estrema pianura e nell’area centrale della metropoli.
Lo studio è alla sua quarta edizione, e prende spunto dall’esperienza e dalla metodologia di mappatura della potenziale vulnerabilità delle aree statistiche in cui si articola il territorio del Comune di Bologna. Nella corrente edizione lo studio è stato fortemente integrato con l’analoga analisi svolta sui comuni dell’Emilia-Romagna dall’Ufficio di statistica regionale, così come concordato nell’ambito del Comitato regionale di statistica.