Nell’Anno accademico 2020/2021, primo anno della pandemia, le immatricolazioni alle Università statali sono cresciute in Italia del 4,79%.
Uno sviluppo particolarmente sostenuto hanno avuto gli Atenei del Centro (+9,35%) e di Sud e Isole (+5,34%), e più contenuto, inferiore al dato nazionale, gli ambiti di Nord-Est (+3,31%) e Nord-Ovest (+2,07%).
Fra le Città metropolitane, hanno avuto inedita variazioni positive alcune sedi universitarie di Sud e Isole, mentre i principali Atenei di Nord-Est e Nord-Ovest (con l’eccezione in questo caso di Torino e di Genova) hanno mostrato in genere una crescita contenuta.
A Bologna e a Venezia, in particolare, le immatricolazioni sono addirittura calate rispetto all’Anno accademico precedente (rispettivamente, -1,42% a Bologna e -3,65% a Venezia).
Da un lato, quindi, le nuove iscrizioni universitarie sembrano concentrarsi sui poli regionali di prossimità, in particolare nel Mezzogiorno e nelle Isole, e scartare invece l’opzione dello spostamento di Regione.
Dall’altro, si registra un relativo spostamento delle preferenze dei nuovi iscritti “dalla metropoli alla provincia”, ovvero dagli Atenei che hanno sede nelle Città agli altri Atenei, con sede in città piccole e medie, che accolgono in Italia nell’AA 2020/2021 il 53,7% degli immatricolati.
La tendenza si nota soprattutto al Nord-Est - dove gli immatricolati in Atenei non metropolitani crescono del 5,64%, a fronte di un calo degli Atenei metropolitani di -1,93% -, ma è riscontrabile anche al Centro e nel Sud e nelle Isole.
Il confronto dell’andamento degli immatricolati nell’AA 2020/2021 e di quello nell’AA 2019/2020, mostra la dinamica particolarmente accentuata di sedi universitarie non metropolitane quali Perugia (+38,7%), Camerino (+32,3%), Foggia (+32,2%), Verona (+19,9%).
Quasi certamente legata alle condizioni indotte dalla pandemia, la tendenza sembra in sintesi quella di una maggiore propensione dei nuovi iscritti a non allontanarsi (troppo) da casa: se si tratta di una tendenza passeggera, destinata ad invertirsi con il miglioramento del quadro sanitario, ovvero di una tendenza di più largo respiro, destinata invecead essere confermata nei prossimi anni, potremo saperlo solo con i dati dell’AA 2021/2022 e degli anni seguenti.