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La qualità della vita nelle Associazioni di Comuni della Cm di Bologna - 2022

Periodo di riferimento: 2022
Disponibili i dati per Unioni comunali dell’indagine sulla Qualità della vita 2022
Qualità della vita per Unione

L’indagine sulla qualità della vita dei bolognesi, svolta dalla Città metropolitana e dal Comune di Bologna nel 2022, ha permesso di indagare le condizioni e la soddisfazione per i diversi aspetti della vita di 3.800 cittadine e cittadini residenti nei comuni del territorio metropolitano. L’elevata numerosità del campione di intervistati ha permesso l’analisi dei dati anche tra i gruppi di comuni associati in Unioni comunali, compreso il gruppo dei non associati, Bologna a parte.

La soddisfazione dei cittadini per la qualità della vita nel proprio Comune si mantiene alta in tutti gli ambiti territoriali indagati, con giudizi positivi (dal 6 al 10) che si aggirano ovunque intorno al 90% e ridotte differenze territoriali. Isolando i soli giudizi di elevato gradimento (da 7 a 10), risultano particolarmente appagati gli abitanti di Savena-Idice e di Bologna.

I problemi specifici della zona (tipici delle aree urbane) confermano le differenze tra capoluogo e periferia, evidenziando però un miglioramento di Bologna rispetto al resto del territorio. L’Unione maggiormente virtuosa in termini di mancanza di degrado e percezione di sicurezza risulta Terre di Pianura, seguita da Appennino Bolognese, i Comuni non associati e Savena-Idice.

La soddisfazione per la situazione ambientale della zona aumenta allontanandosi da Bologna (pari al 67%). Particolarmente appagati i cittadini dei Comuni non associati, di Savena-Idice, dell’Appennino Bolognese e di Terre di Pianura (intorno all’89%).

Il gradimento per i servizi resi nei Comuni è generalizzato e diffuso. Nel dettaglio, Bologna registra una più elevata soddisfazione, insieme a Imolese e Savena-Idice. Nelle aree periferiche l’offerta culturale rileva criticità (soprattutto rispetto ai musei), mentre cura del verde pubblico e illuminazione pubblica riscuotono unanimi consensi.

Le valutazioni relative agli aspetti legati alla mobilità del proprio Comune, pur abbastanza positive, si differenziano tra capoluogo e resto. A Bologna giudizi polarizzati tra trasporto pubblico e ciclabili (particolarmente apprezzati) e parcheggi e traffico (in forte difficoltà). Nel suburbio risultati soddisfacenti per parcheggi e marciapiedi, problematici invece, in alcuni territori, traffico, manutenzione strade e trasporto pubblico.

Passando alle condizioni di vita di cittadine e cittadini, per quanto attiene le modalità di lavoro, la percentuale di chi lavora da remoto tocca il 29% a Bologna, di cui il 27% in alternanza con il lavoro in presenza; la sola presenza trova massima diffusione nei comuni dell’Appennino Bolognese (88%). L’aspirazione alla modalità di lavoro ibrida è indicata da un più cospicuo contingente di lavoratori bolognesi e dei comuni non associati (44-45%), mentre diventa minima in Savena-Idice dove le preferenze si polarizzano tra il lavoro solo in presenza (34,1%) e solo in remoto (11,4%).

Riguardo ai comportamenti di mobilità con frequenza settimanale (tutti i giorni o quasi, 3-4 giorni alla settimana, 1-2 giorni alla settimana), gli spostamenti a piedi trovano largo e diffuso ricorso, in particolare nell’Imolese e a Bologna (86%). L’automobile, tra i mezzi, rimane il più utilizzato, specialmente in Appennino (87%), mentre la bicicletta assume un ruolo d’onore nel novero dei mezzi, con punte oltre il 41% in Reno Galliera e nel Nuovo Circondario Imolese. I mezzi pubblici su gomma trovano maggiore impiego in Terre d’Acqua, così come il treno a Bologna e nei comuni non associati, ma anche in Appennino e Terre di Pianura. La metà degli abitanti dell’Appennino Bolognese denuncia maggiori difficoltà nello spostarsi con i mezzi pubblici, a Bologna il 16%.

Se il 38% degli abitanti della Città metropolitana dichiara di arrivare alla fine del mese con qualche o grande difficoltà, nel Circondario Imolese e nei Comuni non associati il fenomeno diventa più ampio (43%), con un’accentuazione delle difficoltà a Reno, Lavino e Samoggia (11% in grande difficoltà). All’interno di un quadro economico in peggioramento rispetto al 2021, le difficoltà incidono meno a Bologna (59% con poche o nessuna difficoltà) e in Terre di Pianura (58%).

A gravare sui bilanci famigliari di chi dichiara la difficoltà a sostenere le spese (aumentati al 41% rispetto al 2021), sono soprattutto le bollette (luce, acqua, gas, telefono, ecc.), in particolare per i residenti nei comuni del Nuovo Circondario Imolese, di quelli non associati e di Terre d’Acqua. La capacità di risparmio è stata messa a dura prova: meno del 29% del totale del campione è riuscito a risparmiare negli ultimi 12 mesi, dato che scende al 24% nei comuni delle Valli del Reno, Lavino e Samoggia e Terre d’Acqua.

L’analisi integrata delle variabili di auto-percezione della condizione economica individua un’area di vulnerabilità economica, caratterizzata da un basso tenore di vita, che coinvolge mediamente più di un terzo degli individui (36,3%), ma con livelli che raggiungono il 41-43% in Reno Galliera, nei comuni non associati e in Terre d'Acqua. Sopra la media anche il dato del Nuovo Circondario Imolese.

Nel 90% delle coppie dei comuni di Savena-Idice e delle Valli del Reno, Lavino e Samoggia, prevale un’equa gestione del reddito familiare, che si riduce in Terre di Pianura (81%) dove più alta è la quota di amministrazione del reddito esclusiva o prevalente ad appannaggio dei maschi; la gestione solo maschile raggiunge l’11,4% in Appennino Bolognese; quella femminile il 5,7% a Bologna.

A livello metropolitano quasi 3 abitanti su 10 denunciano condizioni abitative non ottimali: maggiore incidenza di problemi legati al confort delle case nelle Unioni delle Valli del Reno, Lavino e Samoggia, nell’Imolese e nei Comuni non associati (oltre il 30%). Condizioni abitative leggermente meno preoccupanti (con valori intorno al 25%) nell’Appennino e in Terre di Pianura; particolarmente soddisfatti gli abitanti di Savena-Idice (21% di problemi).

Il mercato immobiliare (che in media interessa circa 1/4 degli intervistati tra chi ha cambiato casa recentemente o ha intenzione di farlo) è particolarmente vivace a Reno-Galliera, nell’Imolese e a Bologna, dove il cambiamento reale o potenziale coinvolge quasi il 30% dei rispondenti.

Il 37% degli intervistati di Terre d’Acqua e il 34% del Circondario Imolese è impegnato nella cura di un proprio caro, rispetto ad una media generale del 29%. l'impegno è rivolto principalmente ai minori 0-17 anni, con una quota consistente per i soli teenagers, in particolare in Reno-Galliera. La cura di anziani incide, in termini di impegno, soprattutto in Terre d'Acqua, così come i bambini fino a 6 anni. L’impegno derivante da disabilità è più alto nei comuni non associati e nel Circondario Imolese.

La maggior parte degli intervistati che vivono in coppia dichiara un’equa distribuzione delle mansioni familiari, soprattutto nel resto della Città metropolitana (67,8% rispetto al 57,4% del capoluogo). Nel comune di Bologna, all’interno della coppia, si occupa esclusivamente o principalmente delle mansioni familiari il 29,1% delle donne e solo il 13,2% degli uomini.

A livello metropolitano quasi il 53% dei cittadini dichiara di dedicarsi ad una qualche forma di volontariato sociale, il 14% vi partecipa in modo più sistematico (almeno 1 volta al mese); praticata soprattutto la partecipazione attiva. Forte impegno sociale dei bolognesi (55%), seguiti a breve distanza da Imolese e Terre d’Acqua (54%).

In tutti gli ambiti territoriali la classifica della fiducia nei confronti di istituzioni e soggetti di rilevanza pubblica presenta forti similarità: ai vertici si posizionano mondo della scienza e Forze dell’Ordine, con giudizi di piena promozione (voti 7-10) superiori al 70%. A Reno Galliera e nelle Unioni collinari-montane primeggiano le Forze dell’Ordine, altrove maggiore credito alla scienza. Buona fiducia anche nei confronti degli Enti Locali.

Per quanto riguarda la soddisfazione personale, il 74% dei rispondenti si dichiara pienamente appagato della propria vita (con voti da 7 a 10), ma si raggiunge il 90% sommando le sufficienze (voto 6). Residuano a poco più del 9% gli insoddisfatti.

La soddisfazione è generalizzata anche a livello territoriale, pur con alcune differenze: Savena-Idice conquista ancora il primato, con oltre il 94% di soddisfatti, seguita da Reno, Lavino e Samoggia e Terre di Pianura (92%). Bologna registra la maggiore concentrazione di giudizi pienamente positivi (76%).

L’incertezza è l’emozione maggiormente diffusa e coinvolge quasi il 40% dei rispondenti, con alcune disparità tra i territori. A sollevare gli animi di circa 1/3 dei cittadini metropolitani è la speranza, con una diffusione più omogenea tra le Unioni.

Rispetto alle condizioni psico-fisiche, se in media i 2/3 dei rispondenti dichiarano uno stato di salute soddisfacente, a Savena-Idice, Terre di Pianura e Terre d’Acqua l’incidenza di cittadini in salute aumenta, mentre in Appennino bolognese e nei Comuni non associati si amplia l’area di criticità.

Se il 9% degli abitanti della Città metropolitana di Bologna dichiara di aver subito discriminazioni o di essersi sentito discriminato negli ultimi 2 anni, la fotografia dei territori fa emergere una certa variabilità, con un picco massimo nei comuni non associati (12,5%) e un minimo in Appennino Bolognese (5,3%). Nel mix dei motivi discriminatori prevale la provenienza (Valli del Reno, Lavino e Samoggia, Circondario Imolese e Terre d’Acqua), il genere (Bologna) e più diffusamente la posizione lavorativa. Indipendentemente dalla natura, gli atti discriminatori si manifestano prevalentemente sul luogo di lavoro o in subordine nei luoghi pubblici e spazi all’aperto.