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Il Catasto urbano nel Comune di Bologna

Periodo di riferimento: 2018
Questo studio consente di navigare i dati del catasto della città felsinea attraverso differenti modalità di lettura: la composizione in gruppi e categorie catastali, l'articolazione sul territorio secondo i tre livelli di quartiere, zona e area statistica, le variabili di analisi relative a numero di immobili, vani, superficie, rendita e valore immobiliare. A livello comunale i dati sono disponibili dal 2009 (serie storica). A livello subcomunale i dati si riferiscono all'anno 2018.
Catasto studio

Nell’ambito di un contesto nazionale che va verso l’integrazione degli archivi gestionali presenti all’interno di ciascuna amministrazione, l’Ufficio di Statistica del Comune di Bologna  ha deciso di analizzare la composizione e le caratteristiche del patrimonio immobiliare iscritto nell’archivio catastale.

Mediante una comparazione tra gli archivi catastali relativi a differenti periodi, lo studio fornisce informazioni sull’evoluzione del patrimonio immobiliare nel corso del tempo (dati disponibili dal 2009), sia in termini complessivi sia con riferimento alle differenti categorie catastali.

E’ possibile consultare i dati secondo le tradizionali variabili che descrivono il catasto, ovvero numero di immobili, numero di vani, superficie e rendita. Per facilitare la lettura sono state calcolate anche delle variabili derivate: il numero medio di vani, la superficie media, la rendita media. Per quanto riguarda il valore degli immobili, al fine di fornire un dato più vicino a quello reale, è stato introdotto il valore immobiliare, calcolato a partire dalla rendita (per la definizione del valore immobiliare si veda la nota metodologica). Di conseguenza, è stato calcolato anche il valore immobiliare medio e il valore immobiliare al metro quadro.

A partire dal 2018 è stato possibile georeferenziare, per la prima volta, le informazioni secondo le articolazioni geografiche della nostra città, ovvero i quartieri, le zone e le aree statistiche. Tutto ciò rappresenta un notevole sviluppo delle analisi in campo immobiliare e ci consente di monitorare con continuità nel tempo quelle informazioni che storicamente erano disponibili soltanto da elaborazioni svolte in occasione delle rilevazioni censuarie o delle statistiche edilizie.

Lo studio si compone di alcune brevi analisi sulle principali caratteristiche e sull’evoluzione del patrimonio immobiliare bolognese, consultabili cliccando sui link sottostanti, e di un ambiente navigabile interattivo articolato in tre “storie”: la prima rappresenta una vista in serie storica (dal 2009 al 2018), la seconda e la terza forniscono una fotografia territoriale del catasto al 31 dicembre 2018. Ogni “storia” si sviluppa su quattro aggregati di analisi: l’intero stock catastale, gli immobili residenziali, quelli non residenziali (terziario, commerciale, produttivo) e le pertinenze.

E’ possibile così personalizzare l’analisi delle variabili catastali attraverso vari livelli di dettaglio: gruppo, categoria e classe catastale, anno di riferimento, quartiere, zona e area statistica. In tal modo è possibile costruire delle viste personalizzate approfondendo l’analisi in base alle differenti esigenze.

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Il patrimonio immobiliare in complesso

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Nella città felsinea gli immobili presenti nel Catasto superano le 400.000 unità. Di questi oltre 225.000 (56%) sono di tipo residenziale, circa 30.000 (7%) appartengono ai settori terziario, commerciale e produttivo, mentre oltre 142.000 immobili (36%) sono pertinenze. Oltre 3.500 unità immobiliari appartengono infine ad altre categorie catastali non riconducibili a quelle sopra menzionate.

Queste tipologie immobiliari sono classificate nel catasto in diversi gruppi. Quelli maggiormente rappresentativi in termini di numerosità assoluta sono il gruppo A e il gruppo C, rispettivamente il 58% e il 40% dell’intero patrimonio immobiliare; il primo gruppo costituito quasi totalmente da immobili di tipo residenziale (in particolare abitazioni di tipo civile, economico e popolare), il secondo con una forte prevalenza di autorimesse.

Dal 2009 al 2018 lo stock catastale complessivo nel Comune di Bologna è aumentato del 3% (oltre 11.500 unità immobiliari in più). Nell’ultimo anno in Catasto sono state registrate complessivamente 340 unità immobiliari in più. E’ opportuno ricordare che tali variazioni possono dipendere da almeno tre fattori: nuove costruzioni, frazionamenti o fusioni di unità immobiliari esistenti, oppure da rettifiche dovute a nuovi accatastamenti di unità già in essere.

L’incremento intervenuto nella numerosità dello stock dal 2009 ad oggi riguarda tutti i gruppi, in particolare la variazione positiva maggiore è stata registrata nel gruppo D costituito dagli immobili a destinazione speciale (+23%), interessando per lo più i fabbricati costruiti per attività commerciali (D8), produttivi (D10), industriali (D7) e gli opifici, seguita dal gruppo B (+15%), gruppo di immobili che comprende le scuole e gli uffici pubblici.

L’intero stock catastale presenta una rendita pari a 363 milioni di euro, di cui il 50% (183 milioni) attribuibile al settore residenziale.

Al fine di fornire un valore degli immobili prossimo anche se inferiore a quello reale è stato introdotto il valore immobiliare (calcolabile, partendo dalla rendita, solo per gli immobili dei gruppi A, B, C, D). A livello comunale  abbiamo un ammontare complessivo di circa 47 miliardi di euro, i due terzi del quale imputabili agli immobili ad uso abitativo. Per le classificazioni e la definizione del valore immobiliare si veda la nota metodologica.

Negli ultimi nove anni anche la rendita totale è aumentata, si passa infatti da un valore complessivo che superava i 355 milioni di euro nel 2009 ai circa 363 milioni di euro attuali; l’aumento maggiore si è avuto nel gruppo B (+10%). Nell’ultimo anno l’incremento è stato di circa 140mila euro: i gruppi che hanno registrato una variazione positiva sono stati il gruppo A (+360mila euro) ed il gruppo E (+400mila euro); i restanti gruppi hanno evidenziato una variazione negativa.

Il valore immobiliare, derivato dalla rendita, ha registrato anch’esso un incremento: nei nove anni pari a +2% e nell’ultimo anno di circa 54 milioni di euro.  

A livello territoriale nel 2018 il quartiere con il maggior numero di immobili è Porto - Saragozza (quasi 76.000 unità immobiliari), seguito da Santo Stefano (circa 74.000) e da San Donato - San Vitale (circa 67.000 unità), mentre il quartiere con il minor numero di immobili è Savena (poco più di 57.000).  

La distribuzione del valore complessivo della rendita per quartiere segue la numerosità delle unità immobiliari, anche se il quartiere Santo Stefano (con una rendita pari a oltre 77 milioni di euro) presenta un valore leggermente più elevato di Porto - Saragozza (oltre 76 milioni), mentre quella registrata a San Donato - San Vitale è pari a poco più di 60 milioni di euro. Il quartiere Savena, con la rendita più bassa, si attesta su un valore pari a quasi 31 milioni di euro.

Nel Comune di Bologna si passa quindi da una rendita media pari a 1.051 euro nel quartiere Santo Stefano a una rendita media di 538 euro nel quartiere Savena.

Considerando il valore immobiliare medio, Santo Stefano presenta il valore massimo, pari a 142mila euro e Savena il valore minimo (81mila euro).

Passando ad un’analisi per zona, Mazzini risulta quella con il maggior numero di immobili (oltre 37mila unità immobiliari), seguita subito dopo da San Vitale (37mila) e Bolognina (32mila); il minor numero di unità immobiliari è invece presente nella zona Colli (poco più di 8.400 unità). Se si considera il valore degli immobili, è invece la zona Marconi quella che presenta il dato più alto (oltre 1.500 euro la rendita media; quasi 174 mila euro il suo valore immobiliare medio); la zona Barca si attesta sui valori più bassi (497 euro la rendita media; circa 76 mila euro il valore immobiliare medio).  

 

Gli immobili residenziali

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A Bologna nel 2018 sono presenti in catasto oltre 225mila unità immobiliari di tipo residenziale, il 71% (circa 161mila) delle quali appartenenti alla categoria A3, abitazioni di tipo economico; le abitazioni di tipo popolare (A4) sono invece oltre 41mila (18%), mentre quelle di tipo civile (A2) rappresentano il 9% del totale (poco più di 20mila).

Negli ultimi nove anni gli immobili residenziali sono cresciuti di oltre 4.200 unità (circa +2%), di cui 630 nell’ultimo anno.

Ricordiamo che la variazione positiva o negativa non deriva necessariamente da nuovi accatastamenti o cancellazioni, ma può essere dovuta anche a cambi di destinazione o rettifiche catastali. Questo incremento è attribuibile principalmente alle categorie A2 (abitazioni di tipo civile) e A7 (abitazioni in villini), che nei nove anni sono aumentate rispettivamente di circa 3.000 e oltre 220 unità (+17% e +16%), mentre nell’ultimo anno di 419 e 29 unità. Anche le categorie A1 (abitazioni di tipo signorile) e A3 (abitazioni economiche) hanno registrato un aumento: solo nell’ultimo anno si registrano in più oltre 780 abitazioni di tipo economico (A3) e 6 abitazioni di tipo signorile (A1). Le altre categorie sono invece diminuite. In particolare le categorie A5 (abitazioni di tipo ultrapopolare) e A6 (abitazioni di tipo rurale), negli ultimi nove anni, sono più che dimezzate.

Passando all’analisi dimensionale, a Bologna nel 2018 si registrano quasi 1.150mila vani catastali, con un incremento nei nove anni del 2%. Occorre precisare che i vani catastali non coincidono esattamente con il numero di stanze, ma sono locali che comprendono anche una percentuale dei vani accessori; per tale motivo la loro consistenza viene arrotondata al mezzo vano. Mediamente a Bologna nel 2018 si contano 5,1 vani per unità immobiliare. Tale valore è rimasto costante dal 2009. Se consideriamo la distribuzione per categoria delle unità immobiliari residenziali si passa dai 18,3 vani delle abitazioni in villa ai 2,6 vani delle abitazioni di tipo ultrapopolare. Le unità immobiliari residenziali più rappresentate (A3, abitazioni di tipo economico) hanno un numero medio di vani pari a 5.

Per meglio analizzare le caratteristiche dimensionali del patrimonio abitativo residenziale è più opportuno concentrarsi sulla superficie media degli immobili. A Bologna nel 2018 la superficie media degli immobili residenziali è pari a 93 mq: si passa dai 150 mq delle abitazioni di tipo civile, ai 91 mq di quelle di tipo economico, ai 70 mq delle abitazioni di tipo popolare. Le abitazioni in villini registrano mediamente una superficie di 250 mq, mentre, come ci si aspetta, le abitazioni in villa superano i 500 mq.

Se consideriamo il valore degli immobili residenziali, nel 2018 la rendita media complessivamente è pari a 813 euro, mentre il valore immobiliare medio (da non confondere, come abbiamo già ricordato, con il valore di mercato degli immobili) si è assestato a 137mila euro; negli ultimi 9 anni l’incremento è di circa il 2%. Sono le abitazioni in villa ad avere la rendita media e il valore immobiliare medio più alti, pari rispettivamente a 5.519 euro e 927 mila euro. Per contro le abitazioni ultrapopolari registrano una rendita media pari a 160 euro e un valore immobiliare medio pari a poco meno di 27mila euro. Le abitazioni di tipo economico hanno una rendita media di 810 euro e un valore immobiliare medio di 136 mila euro.

E’ interessante analizzare il valore immobiliare per metro quadro. Nel Comune di Bologna, se escludiamo la categoria A9 (castelli e palazzi di pregio storici), la categoria che presenta il valore immobiliare per metro quadro più alto, oltre 1.700 euro/mq, è la A2 (abitazioni di tipo civile), seguita dalla categoria A1 (abitazioni di tipo signorile), oltre 1.660 euro/mq,  e dalla categoria A7 (abitazioni in villini), 1.600 euro/mq.

A livello territoriale anche per gli immobili di tipo residenziale il quartiere con il maggior numero di unità è Porto - Saragozza (oltre 45mila unità nel 2018). Segue il quartiere Santo Stefano, con circa 43mila unità, mentre Savena è il quartiere con il minor numero di immobili residenziali (oltre 31mila). A livello di zone, è San Vitale ad aggiudicarsi il primato in termini di numero di unità con circa 20.500  immobili, seguita da Mazzini (20mila) e Bolognina (poco meno di 20mila); ai Colli spetta l’ultimo posto, con oltre 4.600 unità.

Nel quartiere Santo Stefano sono presenti le abitazioni con il maggior numero medio di vani (5,4), in particolare nella zona Colli il numero medio sale a 6,9; a Navile si registra il dato più basso (4,8); Bolognina e Santa Viola sono le zone in cui sono presenti le abitazioni con minor numero di stanze (4,6).

Se analizziamo la dimensione media delle abitazioni, in Santo Stefano si registrano le abitazioni più grandi (mediamente 108 metri quadri), addirittura la zona Colli presenta un valore medio di quasi 150 metri quadri. Le abitazioni di dimensioni minori si trovano invece nei quartieri Navile (85 mq), San Donato - San Vitale (86 mq) e Borgo Panigale - Reno (87 mq). Nelle zone del Centro Storico le dimensioni medie delle abitazioni si attestano su valori di circa 100 metri quadri, da un minimo di 94 mq a Irnerio a un massimo di 108 mq a Galvani. Le zone con le abitazioni più piccole sono localizzate alla Bolognina e Saffi (81 metri quadri).

Passando al valore degli immobili, la rendita media e il valore immobiliare medio più alti si segnalano nel quartiere Santo Stefano (rispettivamente oltre 1.000 euro e oltre 172mila euro), mentre Borgo Panigale - Reno si attesta sui valori più bassi (rispettivamente 661 euro e oltre 111mila euro). A livello di zona, Colli presenta i valori più alti (rendita media 1.400 euro e valore immobiliare medio oltre 235mila euro), mentre nella zona Santa Viola si registrano i valori più bassi (rendita media pari a 612 euro e valore immobiliare medio circa 103mila euro).

Se consideriamo il valore immobiliare per metro quadro, a livello di quartiere, Santo Stefano e Porto - Saragozza presentano entrambi dei valori superiori a 1.580 euro/mq, Borgo Panigale - Reno invece si attesta ad un valore che supera i 1.280 euro/mq.

La zona con il valore immobiliare per metro quadro più alto è Marconi (oltre 1.700 euro/mq); per contro Borgo Panigale è quella con il valore più basso (poco più di 1.260 euro/mq).

Gli immobili non residenziali

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A Bologna nel 2018 sono presenti in catasto circa 30mila unità immobiliari di tipo non residenziale, di cui il 46% (oltre 13.300) sono negozi (C1) e il 30% (oltre 8.900) sono uffici e studi privati (A10).

Negli ultimi nove anni gli immobili di tipo non residenziale in totale sono diminuiti di oltre 1.300 unità (-4%). Questa variazione è attribuibile principalmente al settore terziario (-10%) e al settore che comprende i negozi, i laboratori e gli alberghi (-5%), mentre i fabbricati costruiti per speciali esigenze commerciali e industriali, come anche gli opifici, hanno registrato una variazione positiva. Nell’ultimo anno le registrazioni in catasto degli immobili non residenziali hanno evidenziato un calo di circa 700 immobili, decremento che ha investito tutti i settori del non residenziale.

Mediamente a Bologna nel 2018 gli immobili di tipo non residenziale hanno registrato un rendita pari a oltre 4.200 euro: si passa da una rendita media di 41mila euro della categoria D2 (alberghi e pensioni) ad una valore di 1.000 euro per la categoria C3 (laboratori). Nel complesso la rendita media degli immobili non residenziali è aumentata, nei nove anni, del 2%; nell’ultimo anno l’incremento è stato dell’1,4%.

Passando al valore immobiliare medio, nel 2018 si registra un dato complessivo di 306mila euro (era 305mila nel 2009); nell’ultimo anno tale valore ha registrato un incremento di poco più di 3.600 euro.

A livello territoriale oltre 7.350 immobili di tipo non residenziale (nella stragrande maggioranza di tipo commerciale e terziario) sono situati all’interno del quartiere Porto - Saragozza, in particolare nelle zone Marconi (circa 3.000) e Malpighi (oltre 2.100). Poco più di 7.100 unità sono collocate nel quartiere Santo Stefano: 2.900 nella zona Galvani e oltre 2.500 in Irnerio. Il quartiere Savena è quello con il minor numero di unità immobiliari di questo tipo (circa 1.900), con una netta prevalenza di unità immobiliari di tipo commerciale (circa 1.390). Le zone in cui sono meno presenti immobili di tipo non residenziale sono Colli (poco più di 250), Barca (circa 590) e San Ruffillo (poco più di 610).

Se i settori terziario e commerciale sono prevalenti nei quartieri Porto - Saragozza e Santo Stefano (che comprendono le zone del centro storico), il settore produttivo è concentrato prevalentemente nel quartiere San Donato - San Vitale e nei quartieri Navile e Borgo Panigale - Reno.

E’ il settore produttivo che registra i valori degli immobili maggiori (oltre 6.800 euro la rendita media e oltre 467.000 euro il valore immobiliare medio); i settori terziario e commerciale si attestano invece entrambi su valori di rendita media pari a circa 3.900 euro e valori immobiliari medi pari rispettivamente a 331mila euro e 256mila euro. Questo ha un impatto sulle zone della città in cui il valore degli immobili non residenziali è più alto: la zona San Donato (rendita media circa 6.000 euro e valore immobiliare medio oltre 427mila euro) e la zona Lame (rendita media circa 6.000 euro e valore immobiliare medio oltre 420mila euro).

Le pertinenze

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A Bologna nel 2018 sono presenti in catasto 142.520 pertinenze, di cui l’80% sono autorimesse (C6). Le categorie residuali sono la C2 (magazzini e locali di deposito) e la C7 (tettoie chiuse od aperte). Dal 2009 al 2018 sono state accatastate oltre 8.600 unità in più ad uso pertinenziale, con un incremento del 6%; in particolare le autorimesse sono aumentate di circa 9.700 unità (+9%), 608 unità nell’ultimo anno.

Nel 2018 la superficie media delle pertinenze è pari a 21mq, quella delle autorimesse a 18mq.

Nonostante l’aumento del numero di immobili, la rendita media delle pertinenze, ed il valore immobiliare medio, hanno subito un calo di circa il 6% entrambi. Si è passati per la rendita media da un valore di 143 euro nel 2009 ai 135 euro attuali; era 24mila euro il valore immobiliare medio nel 2009 ed oggi si registra un valore di circa 23 mila.

Considerando la categoria C6 (rimesse e autorimesse) la rendita media nel 2018 è pari a 131 euro, mentre il valore immobiliare medio si attesta su un valore che supera i 22mila euro. Il valore immobiliare al metro quadro delle autorimesse nell’intera città  supera i 1.200 euro; è di oltre 810 euro per le tettoie chiuse o aperte (categoria C7) e supera i 750 euro per i magazzini e locali di deposito (C2).

A livello territoriale il maggior numero di pertinenze si registra nei quartieri Navile e Savena, con oltre 24mila unità, seguiti subito dopo da Borgo Panigale - Reno e San Donato - San Vitale, anch’essi con un numero prossimo alle 24mila unità immobiliari. in particolare la zona Mazzini è quella con il maggior numero di pertinenze (circa 15.900), di cui oltre 14.400 sono autorimesse. Colli è la zona in cui le pertinenze sono meno presenti.

Se ci riferiamo alla categoria C6 (rimesse e autorimesse), la categoria maggiormente rappresentativa all’interno delle pertinenze, la superficie media più alta si registra nelle zone Galvani e Colli (entrambe 25 mq), mentre alla Barca e a Mazzini (16 mq ciascuna) ci sono le autorimesse dimensionalmente più piccole.

Sempre con riferimento alle autorimesse la rendita media più alta si registra nella zona Galvani (272 euro), mentre quella più bassa nella zona Barca (87 euro). In queste due zone si passa da un valore immobiliare medio che supera i 45mila euro (Galvani) ad un valore che sfiora i 15mila euro alla Barca.

Per le autorimesse il valore immobiliare al mq più alto si registra nella zona Marconi (quasi 1.900 euro), mentre a Borgo Panigale ci sono le autorimesse con il valore immobiliare a mq più basso (862 euro).

Nota metodologica

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Lo studio è articolato su due livelli: quello comunale e quello sub-comunale. Il primo considera la serie storica delle unità immobiliari a partire dal 2009. Nel livello subcomunale sono rappresentati i dati a partire dal 2018, anno in cui è stato possibile per la prima volta georeferenziazione i dati sul territorio.

I due livelli hanno tipologie di aggregazione dei dati differenti: nel primo caso, l'unità minima di analisi è rappresentata dalla categoria catastale a livello comunale; nel secondo caso invece, disaggregando il dato in tre livelli territoriali tra loro gerarchici, ovvero 6 quartieri, 18 zone e 90 aree statistiche, l'unità minima di analisi è più analitica ed è data dalle classi catastali che compongono le diverse categorie.

Per ragioni di privacy sono stati esclusi dalla rappresentazione i valori inferiori o uguali a 3 degli immobili, sia a livello comunale che sub-comunale.  Pertanto i valori dei totali potrebbero non coincidere a causa del diverso livello di aggregazione dei dati nei due livelli di analisi.

La georeferenziazione degli immobili copre quasi il 100% del totale del patrimonio catastale. Ciò che non è stato possibile georeferenziare è indicato come “non disponibile”.

L’analisi si sviluppa secondo le seguenti variabili:

  • numero di immobili;

  • numero di vani (solo per gli immobili residenziali);

  • superficie (disponibile a partire dal 2018, per gli immobili di tipo residenziale e per le pertinenze);

  • rendita catastale (disponibile fino alla categoria E);

  • valore immobiliare (calcolato a partire dalla rendita, disponibile solo per le categoria A, B, C, D).

A partire da queste sono state calcolate delle variabili derivate per descrivere in maniera più efficace alcuni fenomeni, ad esempio numero medio di vani e superficie media per unità immobiliare. Al fine di fornire un valore degli immobili più vicino a quello reale, è stato inoltre introdotto il “valore Immobiliare”. Questa variabile è stata calcolata seguendo lo stesso criterio previsto dalla normativa vigente per stabilire la base imponibile dell'imposta municipale propria (ICI). In particolare, il valore dei fabbricati è ottenuto applicando all'ammontare delle rendite risultanti in catasto una rivalutazione del +5% e applicando dei coefficienti moltiplicativi variabili in funzione della categoria catastale. Per una descrizione dettagliata del calcolo del valore immobiliare si veda la seguente pagina di iperbole: http://www.comune.bologna.it/tasse/servizi/15:10533/10537/.

Per la definizione delle variabili è possibile consultare il glossario.

Lo studio è interattivo e si articola attraverso tre “storie”: la prima rappresenta una vista in serie storica dei dati a livello comunale mediante grafici e tabelle, la seconda consente di visualizzare i dati a livello territoriale mediante mappe interattive, la terza contiene i dati delle mappe sottoforma tabellare, con un focus sulle variazioni temporali in forma grafica. Ogni “storia” si sviluppa su quattro aggregati di analisi: l’intero stock catastale; gli immobili residenziali:  categorie A1, A2, A3, A4, A5, A6, A7, A8, A9; gli immobili non residenziali: terziario (A10, D5), commerciale (C1, C3, D2, D8) e produttivo (D1, D7)); le pertinenze: C2, C6, C7. Relativamente alle unità immobiliari di tipo non residenziale e alle pertinenze, per la scelta delle categorie catastali è stato seguito lo stesso criterio utilizzato dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare nella Pubblicazione OMI dell’Agenzia delle Entrate.

La descrizione in chiaro della categorie catastali è consultabile nel glossario.

Glossario

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Vani catastali: locali utili effettivi detti anche vani principali (camere, stanze, saloni, soggiorni, ecc.) a cui si aggiungono per un terzo gli accessori diretti (bagni, ripostigli, ingressi, corridoi, ecc.) e per un quarto gli accessori complementari (soffitte, cantine, ecc.). Le dipendenze (scoperti esclusivi, vani di servizio in comune, ecc.) vengono invece conteggiate come percentuale dei vani complessivi fino ad un massimo del 10%. Il numero complessivo dei vani catastali si arrotonda alla mezza unità.  

Superficie catastale: somma delle varie tipologie di superficie di una unità immobiliare urbana dalla parte principale presa per intero, inclusi lo spessore dei muri sino ad un massimo di cm 50, agli accessori diretti ed indiretti considerati nella percentuale come stabilito dall'allegato C del DPR del 23 Marzo 1988 n° 188.

Rendita catastale: valore attribuito, con finalità fiscali, a tutti gli immobili in grado di produrre o generare reddito.

Categorie: 

GRUPPO A

A/1 - Abitazioni di tipo signorile
A/2 - Abitazioni di tipo civile
A/3 - Abitazioni di tipo economico
A/4 - Abitazioni di tipo popolare
A/5 - Abitazioni di tipo ultrapopolare
A/6 - Abitazioni di tipo rurale
A/7 - Abitazioni in villini
A/8 - Abitazioni in ville
A/9 - Castelli, palazzi di eminenti pregi artistici o storici
A/10 - Uffici e studi privati
A/11 - Abitazioni ed alloggi tipici dei luoghi

GRUPPO B

B/1 - Collegi e convitti, educandati; ricoveri; orfanotrofi; ospizi; conventi; seminari; caserme
B/2 - Case di cura ed ospedali (senza fine di lucro)
B/3 - Prigioni e riformatori
B/4 - Uffici pubblici
B/5 - Scuole e laboratori scientifici
B/6 - Biblioteche, pinacoteche, musei, gallerie, accademie che non hanno sede in edifici della categoria A/9
B/7 - Cappelle ed oratori non destinati all’esercizio pubblico del culto
B/8 - Magazzini sotterranei per depositi di derrate

GRUPPO C

C/1 - Negozi e botteghe
C/2 - Magazzini e locali di deposito
C/3 - Laboratori per arti e mestieri
C/4 - Fabbricati e locali per esercizi sportivi (senza fine di lucro)
C/5 - Stabilimenti balneari e di acque curative (senza fine di lucro)
C/6 - Stalle, scuderie, rimesse, autorimesse (senza fine di lucro)
C/7 - Tettoie chiuse od aperte

GRUPPO D

D/1 - Opifici
D/2 - Alberghi e pensioni (con fine di lucro)
D/3 - Teatri, cinematografi, sale per concerti e spettacoli e simili (con fine di lucro)
D/4 - Case di cura ed ospedali (con fine di lucro)
D/5 - Istituto di credito, cambio e assicurazione (con fine di lucro)
D/6 - Fabbricati e locali per esercizi sportivi (con fine di lucro)
D/7 - Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività industriale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni
D/8 - Fabbricati costruiti o adattati per le speciali esigenze di un’attività commerciale e non suscettibili di destinazione diversa senza radicali trasformazioni
D/9 - Edifici galleggianti o sospesi assicurati a punti fissi del suolo, ponti privati soggetti a pedaggio
D/10 - Fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole

GRUPPO E

E/1 - Stazioni per servizi di trasporto, terrestri, marittimi ed aerei
E/2 - Ponti comunali e provinciali soggetti a pedaggio
E/3 - Costruzioni e fabbricati per speciali esigenze pubbliche
E/4 - Recinti chiusi per speciali esigenze pubbliche
E/5 - Fabbricati costituenti fortificazioni e loro dipendenze
E/6 - Fari, semafori, torri per rendere d’uso pubblico l’orologio comunale
E/7 - Fabbricati destinati all’esercizio pubblico dei culti
E/8 - Fabbricati e costruzioni nei cimiteri, esclusi i colombari, i sepolcri e le tombe di famiglia
E/9 - Edifici a destinazione particolare non compresi nelle categorie precedenti del gruppo E

GRUPPO F

F/1 - Area urbana
F/2 - Unità collabenti
F/3 - Unità in corso di costruzione
F/4 - Unità in corso di definizione
F/5 - Lastrico solare
F/6 - Fabbricato in attesa di dichiarazione (circolare 1/2009)