Le merci prodotte nella nostra provincia confermano il proprio appeal nei confronti di Germania (1,7 miliardi di euro), Stati Uniti (1,6 miliardi), Giappone (1,5 miliardi) e Francia (1,1 miliardi). Da segnalare il cambio in testa alla graduatoria, dove gli Stati Uniti, calati di 201 milioni su base annua (-10,9%), sono soppiantati dalla Germania (in calo moderato, -5,9%). Da segnalare l’exploit del bacino giapponese: le merci partite dalle aziende felsinee alla volta del Sol Levante hanno confermato il trend di crescita molto rilevante iniziato nel 2019, quando in un solo anno sono triplicate, passando da circa 500 milioni a oltre 1,4 miliardi; nonostante la pandemia le esportazioni verso il Giappone sono in aumento del +8,7%, superando il miliardo e mezzo di euro. Sono oltre 200 le “entità nazionali” (stati nazionali o domini) in cui le aziende bolognesi vendono i propri prodotti.
Alle spalle delle 4 nazioni citate, si collocano Regno Unito, Spagna, Polonia e Cina (con esportazioni tra i 900 e i 500 milioni). Tra le prime 32 nazioni che acquisiscono le nostre merci (cioè alle nazioni verso cui l’export supera i 100 milioni di euro), 13 fanno parte dell'Unione Europea a 27: la flessione sul 2019 (-7,4%), dell'Unione Europea è in linea con la flessione generale del nostro export; l’Unione a 27 rimane il principale approdo esportativo bolognese (il 40,6% delle merci felsinee è diretto verso gli altri 26 paesi dell’Unione). Considerando sempre le prime 32 nazioni, sono 7 quelle che fanno registrare una variazione positiva rispetto al 2019, nell'ordine Ucraina (+25,3%), Sud Corea, Polonia, Giappone, Svizzera, Svezia e Emirati Arabi Uniti. Le esportazioni verso i BRICS scendono nel complesso del -13,3%.
Per quanto riguarda le importazioni Germania (poco meno di 1,7 miliardi di euro), Cina (963 milioni) e Belgio (827 milioni), si confermano i principali mercati dove le imprese felsinee acquisiscono i prodotti necessari a soddisfare il proprio fabbisogno. E' interessante notare come tra le prime 32 nazioni nella graduatoria delle importazioni, ci siano ben 24 membri della analoga graduatoria delle esportazioni. Anche per le importazioni il bacino geopolitico principale si conferma quello dell'Unione Europea, con ben 18 nazioni in testa alla classifica (5,4 degli 8,1 miliardi di euro di import sono stati spesi all'interno dei confini dell'Unione a 27, in flessione dell’8,5% sul 2019). A livello BRICS la decrescita delle importazioni è stata di entità minore rispetto a quella delle esportazioni (-5% su base annua).
Analizzando i 20 Stati che presentano un segno positivo nella bilancia commerciale per la nostra provincia maggiore di 100 milioni di euro, si vede come questa graduatoria sia guidata, in maniera incontrastata, dagli USA, nei confronti dei quali le nostre imprese vantano un attivo di quasi un miliardo e mezzo di euro (in diminuzione dell’11,2% negli ultimi 12 mesi). Il Giappone, in crescita del +10,7%, si colloca in seconda posizione (1,4 miliardi di attivo). Seguono Regno Unito, Francia, Polonia, Russia e Spagna, nazioni verso le quali l’attivo è compreso tra i 590 e i 289 milioni. Come visto nel paragrafo introduttivo, i saldi commerciali, in flessione del -2.8%, sono lievemente cresciuti nei confronti dei paesi UE (+1,8%), mentre, ad esempio, sono calati del -38,2% nei confronti dei paesi BRICS. Estrapolando i paesi del Gruppo di Visegrád o “V4” (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia) dal resto dell’Unione Europea, si vede come la performance commerciale bolognese abbia avuto, nel complesso, una ripresa nei loro confronti; i saldi commerciali delle aziende felsinee verso i Paesi V4 sono aumentati del 6,9%.
Per analizzare gli Stati verso i quali la bilancia commerciale risulta di segno negativo, limiteremo l'osservazione alle ultime 13 nazioni, verso le quali il deficit è minore o uguale a 3 milioni di euro. Il passivo maggiore è nei confronti del Belgio, da cui Bologna importa 530 milioni di euro di beni in più rispetto a quanto esporti, seguito dalla Cina (con 390 milioni di disavanzo). Oltre a queste due nazioni solo Paesi Bassi, Romania e Ungheria fanno registrare cifre superiori ai 100 milioni di euro. Tra le 13 nazioni vero cui il passivo è significativo 7 sono paesi membri dell'UE.
- Il commercio estero a Bologna nel 2020
- Import-Export delle province italiane nel 2020
- Import-Export della Città metropolitana di Bologna nel 2020 verso il Mondo
- Import-Export della Città metropolitana di Bologna - categorie merceologiche