Le merci prodotte nella nostra provincia evidenziano il proprio appeal nei confronti di Germania (2,3 miliardi di euro), Stati Uniti (2,4 miliardi), Francia (1,4 miliardi) e Regno Unito (861 milioni). Rispetto all’anno precedente le esportazioni verso la Germania sono aumentate del +13,8%, del + 32,9% per gli Stati Uniti, del +14% per il Regno Unito e del +14,2% per la Francia. Variazione negativa per il Giappone con -13,8% rispetto al 2021, che comunque si piazza al terzo posto per l’export con 1,1 miliardi di euro.
Sono oltre 200 le “entità nazionali” (stati nazionali o domini) in cui le aziende bolognesi vendono i propri prodotti. Alle spalle delle nazioni citate, si collocano Cina, Spagna, Polonia e Russia (con esportazioni tra i 810 e i 328 milioni). L’Unione a 27 rimane il principale approdo esportativo bolognese, infatti il 45,7% delle merci felsinee è diretto verso gli altri 26 paesi dell’Unione.
Per quanto riguarda le importazioni Germania (2,58 miliardi di euro), Cina (1,26 miliardi) e Belgio (940 milioni), si confermano i principali mercati dove le imprese felsinee acquisiscono i prodotti necessari a soddisfare il proprio fabbisogno. Anche in questo caso, l’Unione Europea si conferma il bacino geopolitico principale per le importazioni, con quasi il 68,6% del volume delle importazioni proveniente dai Paesi UE.
Analizzando la bilancia commerciale per la nostra provincia maggiore di 100 milioni di euro, troviamo in testa gli USA, nei confronti dei quali le nostre imprese vantano un attivo di oltre 2 miliardi (in aumento del +34,4% negli ultimi 12 mesi). Il Giappone, in perdita del -38,1%, resta comunque in seconda posizione (959 milioni di attivo). Seguono Regno Unito, Francia, Polonia, Russia, e Spagna: nazioni verso le quali l’attivo è compreso tra i 735 e i 403 milioni. L’incremento maggiore delle esportazioni sulle importazioni fa sì che i saldi commerciali siano positivi. Il Paese verso il quale la bilancia commerciale presenta il passivo maggiore è la Cina, da cui Bologna importa 538 milioni di euro di beni in più rispetto a quanto esportati, seguito dal Belgio (con 503,7 milioni di disavanzo). Oltre a queste due nazioni solo Paesi Bassi, Romania, Germania e Svezia fanno registrare cifre superiori ai 100 milioni di euro. Tra le 10 nazioni verso cui il passivo è significativo 6 sono paesi membri dell'UE.
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