L’Ufficio Comunale di Statistica e il Servizio Studi e Statistica della Città metropolitana di Bologna, in collaborazione con SWG, hanno condotto un’indagine di ascolto dei cittadini in continuità con le rilevazioni precedenti, condotte dal 2018, al fine di rilevare la percezione della qualità della vita, il benessere personale e il gradimento verso i principali servizi nel comune di Bologna e nell’area metropolitana bolognese, includendo tematiche relative a occupazione e carichi di cura.
Tra il 17 settembre e l’11 ottobre 2021 è stato somministrato un questionario mediante rilevazione telefonica e via web a un campione di 3.202 soggetti maggiorenni residenti nell’area metropolitana bolognese, di cui 1.258 residenti nel Comune di Bologna.
L’indagine consente una lettura per genere, età e zona di residenza, secondo le principali ripartizioni amministrative (Comune di Bologna, Città Metropolitana, Unioni di Comuni) e le zone geografiche omogenee (cintura, pianura, collina/montagna).
Il documento principale riporta i risultati dell’indagine, articolati nelle diverse tematiche esplorate:
- L'impatto del Covid-19 sulla condizione professionale
- Famiglia e carico sociale
- Situazione economica del rispondente e della famiglia
- Problemi della realtà di oggi e qualità della vita del comune e della zona
- Approfondimento sull’ambiente
- Gradimento dei servizi e delle istituzioni
- Capitale sociale
- Soddisfazione personale
- Mobilità
È stato prodotto un ulteriore report di confronto con i risultati dell'indagine svolta nel 2020, elaborato su un sotto-campione di circa 2.000 soggetti ritenuti validamente comparabili al campione utilizzato nella rilevazione dell'anno scorso.
I risultati fanno emergere quanto il Covid-19 abbia cambiato profondamente le abitudini lavorative, rispetto alle quali si è affermato un modello misto di lavoro in presenza e/o a distanza. Quasi la metà dei lavoratori che abitano all’interno del territorio bolognese lavora oggi, almeno in parte, a distanza.
Rispetto al passato, sono aumentati sia il timore di perdere il lavoro, che il proposito di trasferirsi all’estero per motivi lavorativi.
In particolare, in questa fase l’impatto maggiore è percepito dai 35-49enni sui quali si intersecano una pluralità di effetti di trasformazione, dal lavoro, alla cura, alle dinamiche di partecipazione.
Il tono emotivo dei cittadini continua ad essere fortemente condizionato dalla situazione pandemica con un alternarsi di incertezza e speranza, che incide fortemente sulle scelte di breve e medio periodo.
In generale, emerge la soddisfazione per la vita personale, per il contesto abitativo e per i servizi a cui si ha accesso.
Impatto del Covid-19 sulla condizione professionale
Più di 1 occupato su 3, al momento della rilevazione, lavora parzialmente da remoto; un dato che a Bologna città raggiunge il 45%. Lavorano esclusivamente in sede il 60% delle donne intervistate e il 42% degli uomini; lavora da remoto il 7% delle donne a fronte del 28% degli uomini.
Il lavoro da remoto sembra caratterizzare soprattutto la fascia d’età 35-49 anni, tra questi in particolare gli uomini e i residenti a Bologna. Questa stessa fascia d’età evidenzia anche una maggiore sofferenza per la propria condizione lavorativa, con il 29% degli intervistati (37% nel comune di Bologna) che teme di perdere il posto di lavoro e non esclude di potersi trasferire all’estero nei prossimi anni (27% sul totale del campione e 37% tra chi abita nel capoluogo; tra questi la percentuale degli uomini in età 35-49 anni arriva al 50%).
Famiglia e carico sociale
La rilevazione evidenzia una composizione delle famiglie bolognesi che è caratterizzata, nel 75% dei casi, da un progressivo incremento delle persone che vivono sole nelle fasce d’età più avanzate. Il 40% dei 18-34enni vive ancora nella famiglia di origine, a fronte di un 14% che vive per conto proprio e un 37% che abita in coppia.
Di conseguenza, oltre il 70% degli intervistati afferma di non avere particolari carichi di cura, percentuale che supera l’80% degli intervistati tra gli over65, mentre a Bologna il valore si riduce al 49% nella fascia 35-49.
Tra chi ha impegni di cura, due intervistati su tre ne denunciano la fatica, soprattutto con riferimento alle persone con disabilità. Significativa la differenza tra il capoluogo e gli altri comuni della Città metropolitana, per quanto concerne la gravosità della gestione di bambini e preadolescenti, con un gap di quasi 20 punti percentuali a favore dei bolognesi.
Diffusa anche la presenza di animali da compagnia, che condividono l’abitazione con quasi la metà degli intervistati.
Situazione economica dei rispondenti e della famiglia
La percezione della situazione economica familiare appare generalmente buona, per quanto un intervistato su quattro dichiari di faticare ad arrivare alla fine del mese.
I più esposti alle difficoltà (37% dei rispondenti nel comune di Bologna) appartengono alla fascia tra i 35 e i 49 anni, dove le incertezze e le fragilità rispetto al lavoro pesano sulla percezione della condizione economica. In particolare, di questi, hanno dichiarato di avere difficoltà il 44% degli uomini e il 28% delle donne.
Problemi della realtà di oggi e qualità della vita del Comune e della zona
I problemi che preoccupano di più i bolognesi riguardano il futuro dei giovani – specialmente tra gli abitanti dei comuni esterni al capoluogo – il rischio di perdere il lavoro e la crisi economica, mentre degrado urbano, qualità dei servizi e mobilità non sono al centro delle preoccupazioni degli abitanti della città metropolitana. Per quanto riguarda la situazione del traffico e dei parcheggi si registra una certa insoddisfazione tra gli abitanti del capoluogo.
La valutazione della qualità della vita nel proprio comune rimane alta (voto da 7 a 10) per l’83% dei rispondenti e stabile rispetto agli anni pre-Covid (voto medio 7,5). Valutazioni simili si riscontrano anche per la zona di residenza, nonostante 1 intervistato su 5 segnali un degrado evidente e una certa insicurezza a girare da solo la notte, specialmente nel capoluogo.
Approfondimento sull’ambiente
Tre bolognesi su quattro si dichiarano molto o abbastanza soddisfatti della situazione ambientale della zona in cui vivono.
I bolognesi dimostrano un’elevata sensibilità ai temi ambientali, in virtù di una generalizzata attitudine all’adozione di comportamenti sostenibili, senza particolari differenze tra i residenti del comune di Bologna e dell’area metropolitana. Particolarmente accentuata l’attenzione alla raccolta differenziata e ai consumi energetici, mentre sono più limitati ma comunque diffusi i comportamenti di acquisto consapevole, come la riduzione di acquisto di plastiche monouso e il consumo di prodotti naturali (biologici, sostenibili etc.)
Gradimento dei servizi
Tra i servizi offerti dal comune di residenza, quelli educativi e culturali riscontrano valutazioni positive, senza particolari differenze su base geografica, mentre il verde pubblico e i servizi di mantenimento come la raccolta di rifiuti ottengono maggiore gradimento tra i soggetti residenti al di fuori del capoluogo.
Capitale sociale
In un contesto culturalmente e tradizionalmente molto partecipativo, l’indagine 2021 evidenzia come gli intervistati abbiano una fiducia diffusa nelle istituzioni, soprattutto in quelle più prossime e nel mondo della scienza, a cui si contrappone una certa diffidenza verso le altre persone.
Soddisfazione personale
Speranza e fiducia compongono il podio delle emozioni provate dai bolognesi, dopo un lungo periodo di incertezza e timori derivati dalla pandemia. Anche sul piano emotivo sono i 35-49enni a mostrare le maggiori difficoltà, tra gli intervistati in questa fascia d’età è più diffuso il sentimento di incertezza e si riscontrano i valori più bassi sulla speranza.
Tutto ciò in un contesto di sostanziale soddisfazione per tutti gli aspetti della vita. Anche lo sguardo al futuro è moderatamente positivo. Se la metà degli intervistati non si aspetta grandi cambiamenti nei prossimi cinque anni, il 22% ha una visione positiva, mentre il 12% guarda al futuro con apprensione.
Mobilità
In tema di mobilità i dati evidenziano la grande dimestichezza degli intervistati con una pluralità di mezzi di trasporto, segno non solo di un’abitudine marcata agli spostamenti urbani e interurbani, ma anche alla capacità di saper individuare mezzi diversi per raggiungere le proprie mete.
Al netto di questo, le esigenze di mobilità non trovano totale soddisfazione per quasi un intervistato su tre, in particolare tra coloro che abitano nella zona collinare.
Rispetto alle ipotesi di intervento per migliorare la mobilità, le posizioni appaiono fortemente polarizzate tra chi preferirebbe un potenziamento dei trasporti pubblici e chi, invece, punterebbe su un miglioramento delle condizioni per viaggiare con mezzi propri. Scarsa la convergenza rispetto alle possibili misure per ridurre l’utilizzo delle auto private: nessuna delle proposte presentate riesce a raccogliere il consenso di più del 20% degli intervistati.