Le merci fabbricate nella nostra provincia confermano il proprio appeal nei confronti di Germania, Stati Uniti e Francia, tutti bacini verso i quali le esportazioni superano il miliardo di euro sia nel 2016 che nel 2017. Sono oltre 200 le entità nazionali dove le aziende bolognesi vendono i propri prodotti.
Alle spalle delle 3 nazioni citate, Germania (1,6 miliardi di euro), USA (1,5 miliardi) e Francia (1,1 miliardi), si collocano Regno Unito, Spagna e Cina (con esportazioni tra i 750 e i 500 milioni). Tra le prime 25 nazioni che acquisiscono le nostre merci, ben 12 fanno parte dell'Unione Europea (considerando il Regno Unito ancora membro per tutto il 2017): ciò fa dell'Unione Europea, con circa la metà del mercato (50,5%), il principale approdo esportativo bolognese, con una crescita dell'export verso l'UE su base annua del 6,3%. Limitando l'analisi sempre alle prime 25 nazioni solo 4 fanno registrare una variazione negativa rispetto al 2016, nell'ordine Brasile, India, Polonia e Turchia. La performance negativa di Brasile e India è comunque compensata dalla crescita di Cina e Russia; le esportazioni verso i BRICS crescono nel complesso del 5,4%.
Per quanto riguarda le importazioni Germania (1,6 miliardi di euro) e Cina (890 milioni), si confermano i principali mercati dove le imprese felsinee acquisiscono i prodotti necessari allo sviluppo economico locale. E' interessante notare come tra le prime 25 nazioni nella graduatoria delle importazioni, ci siano ben 17 membri della analoga graduatoria delle esportazioni. Anche per le importazioni il bacino geopolitico principale si conferma quello dell'Unione Europea, con ben 15 nazioni in testa alla classifica (5,6 dei 7,9 miliardi di euro di import sono stati spesi all'interno dei confini dell'Unione, in crescita del 12,8% sul 2016). A livello BRICS la crescita delle importazioni è stata di entità pari a quella delle esportazioni (+5,4%).
Analizzando i 20 Stati che presentano un segno positivo nella bilancia commerciale con la nostra provincia, si vede come questa graduatoria è guidata, in maniera incontrastata, dagli USA, nei confronti dei quali le nostre imprese vantano un attivo di quasi 1,3 miliardi di euro. Regno Unito, Francia, Polonia, Russia e Giappone (tutte nazioni con un attivo compreso tra i 500 e i 300 milioni) seguono a grande distacco gli Stati Uniti. Nel complesso l'attivo è cresciuto di 0,9 punti percentuali sul 2016; questa crescita non è stata omogenea, infatti i saldi commerciali, seppur positivi per oltre 1,2 miliardi di euro, sono calati del 15% nei confronti dei paesi UE, mentre, ad esempio, sono cresciuti del 5,3% nei confronti dei paesi BRICS.
Per analizzare gli Stati verso i quali la bilancia commerciale vira verso il colore rosso, limiteremo l'osservazione alle ultime 15 nazioni, uniche con valori inferiori ai 2,5 milioni di euro. Il passivo maggiore è nei confronti del Belgio, da cui Bologna importa oltre mezzo miliardo di euro di beni, seguito dalla Cina (con quasi 400 milioni). Oltre a queste due nazioni solo Paesi Bassi e Romania fanno registrare cifre superiori ai 100 milioni di euro. Tra le 15 nazioni presenti nel grafico, ben 7 sono paesi membri dell'UE.
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