Le merci prodotte nella nostra provincia confermano il proprio appeal nei confronti di Germania (1,7 miliardi di euro), Stati Uniti (1,6 miliardi) e Francia (1,1 miliardi), tutti bacini verso i quali le esportazioni avevano superato il miliardo di euro anche nel 2017. Sono oltre 200 le “entità nazionali” dove le aziende bolognesi vendono i propri prodotti.
Alle spalle delle 3 nazioni citate, si collocano Regno Unito, Spagna e Cina (con esportazioni tra i 900 e i 500 milioni). Tra le prime 25 nazioni che acquisiscono le nostre merci, ben 11 fanno parte dell'Unione Europea: ciò fa dell'Unione Europea, con circa la metà del mercato (50,7%) e una crescita su base annua del 6,9%, il principale approdo esportativo bolognese. Limitando l'analisi sempre alle prime 25 nazioni, solo 5 fanno registrare una variazione significativamente negativa rispetto al 2017, nell'ordine Turchia, Polonia, Repubblica Ceca, Hong-Kong e India. Le esportazioni verso i BRICS crescono nel complesso del 5,7%.
Per quanto riguarda le importazioni Germania (quasi 1,8 miliardi di euro), Cina (950 milioni) e Belgio (840 milioni), si confermano i principali mercati dove le imprese felsinee acquisiscono i prodotti necessari a soddisfare il proprio fabbisogno. E' interessante notare come tra le prime 25 nazioni nella graduatoria delle importazioni, ci siano ben 17 membri della analoga graduatoria delle esportazioni. Anche per le importazioni il bacino geopolitico principale si conferma quello dell'Unione Europea, con ben 16 nazioni in testa alla classifica (6,1 degli 8,5 miliardi di euro di import sono stati spesi all'interno dei confini dell'Unione, in crescita dell’8,3% sul 2017). A livello BRICS la crescita delle importazioni è stata di entità pari a quella delle esportazioni (+5,9% su base annua).
Analizzando i 20 Stati che presentano un segno positivo nella bilancia commerciale con la nostra provincia, si vede come questa graduatoria sia guidata, in maniera incontrastata, dagli USA, nei confronti dei quali le nostre imprese vantano un attivo di oltre 1,4 miliardi di euro (in crescita di oltre il 10% negli ultimi 12 mesi). Regno Unito, Francia, Russia, Giappone e Polonia (tutte nazioni con un attivo compreso tra i 600 e i 300 milioni) seguono con grande distacco gli Stati Uniti. Nel complesso l'attivo è cresciuto del 4,3% sul 2017; questo incremento non è stata omogeneo, infatti i saldi commerciali, seppur positivi per oltre 1,2 miliardi di euro, sono aumentati appena dell’1,1% nei confronti dei paesi UE, mentre, ad esempio, sono cresciuti del 5% nei confronti dei paesi BRICS. Estrapolando i paesi del Gruppo di Visegrád (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia, altresì detti V4) dal resto dell’Unione Europea, si vede come la performance commerciale bolognese abbia avuto, nel complesso, una forte battuta d’arresto nei loro confronti; i saldi commerciali delle aziende felsinee verso i Paesi V4 sono calati di quasi il 25%, mentre il saldo nei confronti dei restanti 23 Paesi è migliorato di oltre il 14%.
Per analizzare gli Stati verso i quali la bilancia commerciale risulta di segno negativo, limiteremo l'osservazione alle ultime 15 nazioni verso cui il deficit supera i 2,5 milioni di euro. Il passivo maggiore è nei confronti del Belgio, da cui Bologna importa quasi mezzo miliardo di euro di beni in più rispetto a quanto esporti, seguito dalla Cina (con quasi 400 milioni di disavanzo). Oltre a queste due nazioni solo Paesi Bassi, Ungheria e Romania fanno registrare cifre superiori ai 100 milioni di euro. Tra le 15 nazioni presenti nel grafico, ben 8 sono paesi membri dell'UE.
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